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Ricordando Fabrizio

Quando e come conobbi il delizioso dodicenne Fabrizio Frizzi

Apprendendo, con grandissima tristezza come milioni di italiani (ma con qualche grande rammarico in più, ed a seguire ne spiego il motivo), il mattino del 26 marzo u.s. la ferale notizia della scomparsa del bravissimo e civilissimo Fabrizio Frizzi la mente mi riandò a quasi mezzo secolo fa  ( 49 anni per l’esattezza) quando, alla fine del 1969, grazie all’interessamento del formidabile Amico rispondente al nome di Sergio Leone, iniziai a fare un bel lavoro tecnico estremamente interessante presso l’Ufficio Edizioni della Euro International Film. La Euro in quel periodo, e già da qualche anno, si avvaleva di  un formidabile direttore generale che era il dr. Fulvio Frizzi il padre di Fabrizio e di suo fratello Fabio. Una Persona eccezionale ed espertissima di grandissima professionalità che consentì in quegli anni  che la Euro International risultasse la prima in assoluto nel settore distribuzione cinematografica (con grande legittimo orgoglio da parte di tutti noi che vi lavoravamo) superando addirittura la C.I.C che riuniva tre Aziende statunitensi monstre del settore rispondenti ai nomi di Paramount, Universal e Walt Disney! come a dire magna pars del gotha cinematografico mondiale.
 
Il mio direttore Frizzi oltre ad essere capacissimo nel suo rango era una Persona sdrammatizzante di una simpatia piuttosto unica (tutta emiliana); Persona che però contestualmente, effettuava nel delicato settore cinematografico con “mano ferma e sicura” scelte capacissime che soddisfacevano molto la proprietà dell’epoca (i nobilissimi Cicogna Mozzoni Volpi di Misurata) rappresentata al vertice aziendale (e decisionale) della Euro dai Conti Bino e Marina Cicogna. C’è da aggiungere anche che il suddetto Gruppo annoverava, fra l’altro, anche una formidabile Casa di Produzione Cinematografica rispondente al nome della San Marco Film  e che, come Euro, distribuiva pure i film  dell’americana Avco Embassy  Picture Corporation fondata nel 1942 da Joseph E. Levine, la quale presso il palazzo di via Rossini a Roma ( la San Marco era poco distante – con le sue moviole e la sua sala di proiezione – là di dietro in via Bertoloni), occupato agli ultimi tre piani dalla Euro International Film, possedeva un suo ufficio operativo con tanto di direttore (il dr. Graziosi) e relativo personale di segreteria che parlava, come il direttore, un fluente inglese. Le persone che lavoravano alla Euro erano tutte di grandissima professionalità, Gente che conosceva il proprio lavoro a menadito ad iniziare (oltre ovviamente il formidabile d.g. Frizzi) dal direttore commerciale Marcello Cialfi per proseguire poi con l’Ufficio Noleggio capitanato da Franco Pratesi coadiuvato benissimo dai capacissimi amici  Spedaletti e Caponi per passare poi all’Uff. Edizioni di cui era responsabile l’espertissimo ( mio insuperabile “maestro”) Ferdinando Prosperi proveniente dall’ENIC; Ufficio Edizioni che si avvaleva di una bravissima segretaria la signora Clara Filippi la quale si occupava pure delle delicate pratiche della censura. anche la bravissima Filippi era di “storica” provenienza ENIC (Ente Nazionale Industrie Cinematografiche) una vera e propria “fucina”, a tutto tondo, della cinematografia italiana nata nel 1935 per volere dell’Istituto Luce. Il lavoro dell’Uff. Edizioni si svolgeva per la maggior parte fuori della sede della Euro nei vari Stabilimenti di sviluppo e stampa e di sonorizzazione per seguire i vari film in lavorazione (a volte anche quattro/cinque contestualmente in fasi differenti di elaborazione) per cui le relative scrivanie del mio “maestro” Prosperi e del sottoscritto risultavano quasi sempre deserte visto e considerato che i relativi “collegamenti” ( e non erano pochi e né facili) li teneva la bravissima Clara ( dimenticavo di dire che con noi c’era anche Giulietto, l’autista che guidava il furgoncino delle pellicole,  con il suo eterno baschetto di lana – anche d’estate – un personaggio che sembrava uscito proprio da un film). Sta di fatto che però un giorno, verso la fine del febbraio 1970, mentre Prosperi  ed io stavamo per uscire per recarsi alla Fono Roma per seguire un mixage, bussarono alla porta del nostro ufficio al che seguì un garbatissimo “ Clara è permesso?” e manco a dirlo, a seguito di ciò, entrò un educatissimo ragazzo dal sorriso veramente “contagioso” che subitaneamente vedendo Prosperi ed io in piedi prossimi ad uscire chiese immediatamente scusa, con un garbo unico : “sig. Prosperi mi scusi torno un’altra volta” e fece subito per andarsene. Al che Clara ( con cui capii subito che la persona in essere aveva una simpatica e radicata confidenza) gli disse: “Ma scherzi Fabrizio fatti fare da tutti noi almeno gli auguri visto che pochi giorni fa hai compiuto dodici anni!” aggiungendo immediatamente: “Lui è Arnaldo il nostro nuovo collaboratore”. Al che Fabrizio, stringendomi calorosamente la mano disse (rivolgendosi a Clara e Prosperi): “Sono contentissimo per voi, avevate proprio bisogno di aiuto” aggiungendo (accompagnando le sue parole con un sorriso bellissimo di grande genuinità) per me: “Vedrà che anche lei, con un  grande maestro del cinema come il sig. Prosperi, diverrà un bravissimo direttore di edizioni”. Molto sorpreso da tanta contagiosa e bella estemporaneità nei miei confronti guardai, un po’ stupito, (per una frazione di secondo) Clara la quale annuì facendomi capire che l’intelligente  genuinità di quel ragazzo era tutta completamente vera. Al che gli risposi: “È vero che ho il doppio dei tuoi anni, avendone compiuti nel gennaio scorso 24,  però ti prego Fabrizio non mi dare più del lei se no mi fai sentire un matusalemme”. Al che quel ragazzone di Fabrizio (abbracciandomi forte) “Allora Arnaldo facciamoci gli auguri reciprocamente e da ora in poi non ti darò più del lei”. Con Fabrizio Frizzi (che alla Euro veniva quasi sempre accompagnato dal fratello maggiorenne il bravissimo Fabio musicista di rango autore anche di molte colonne sonore di film) ci incontrammo altre volte, ed ogni volta salutarci ( a volte pure sul marciapiede od in ascensore) era una gioia per entrambi come se fossimo dei vecchissimi amici; perché lui era già specialissimo e la sua genuinità e gioia di vivere (contagiosissime) erano uno straordinario magnifico vettore. Passarono non molti anni e, purtroppo, il bellissimo “giocattolo” che era la Euro International Film cominciò a perdere pezzi estremamente importanti ad iniziare dai vertici assoluti: il Conte Bino morì in Brasile, la Contessa Marina se ne andò a lavorare con gli americani, Fulvio Frizzi passò a fare il direttore generale della Cineriz ed il mio  bravissimo “maestro” di edizioni Ferdinando Prosperi se ne andò anche lui dalla Euro trasmigrando all’ Oceania Film di Sbarigia che era anche azionista importante della Fono Roma. Fulvio Frizzi, considerandomi un giovane direttore di edizioni emergente, mi chiamò subito  alla Cineriz, ma il mio carissimo Amico Sergio Leone volle invece impegnarmi per il film “Il mio nome è Nessuno”, che stava coproducendo ed a Sergio, che mi aveva fatto assumere alla Euro, non potevo certo dire di no, mai. Manco a dirlo anch’io mi dimisi  dalla Euro editandogli però, con grande correttezza, i film di Pasqua che erano tre pellicole straniere (quindi tutto un faticoso lavoro di edizione per arrivare alla versione italiana che effettuai da solo): “L’Erede”, “Il Serpente” ed un film di animazione  “Carlotta e il porcellino Wilbur” prodotto da Hanna & Barbera e dalla Paramount.Tanti anni dopo Fabrizio Frizzi lo vidi, più di una volta, che passeggiava, mano nella mano, insieme a Rita Dalla Chiesa (una coppia bella e radiosa) per viale dei Colli Portuensi a Roma ma non volli mai avvicinarmi a disturbarlo ricordandogli suo padre il mio grande direttore alla Euro International Film, e come, con lui stesso, ci eravamo conosciuti. Ciao Fabrizio che splendida Persona che sei stato e quanto mi ha fatto piacere averti conosciuto ed abbracciato più volte. Ed è proprio in presenza della immatura tragica scomparsa di Persone Bellissime e Genuine come Fabrizio Frizzi che viene ancor più da riflettere sui quei presunti/e “superman” e “superwoman” che “tappezzano” il mondo. Ed ora Supergentiluomo Fabrizio, perdonami se contrasta con il tuo intelligentemente  gioioso e contagiosissimo modo di essere, ma …
 
Arnaldo Gioacchini
 
 
 
 

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