
Dascaloi (Azione Fiumicino): “Solo così potremo costruire un’economia sana”
“Prendendo volentieri il testimone dall’articolo ‘Meritocrazia’ di Gianmarco Irienti (clicca qui), continua il nostro ragionamento di Azione Fiumicino su alcune proposte concrete per il futuro del lavoro” dichiara Angela Dascaloi, Sviluppo Economico Azione Fiumicino.
“Da professionista che si occupa di revisione dei conti e di analisi economica – prosegue – vedo ogni giorno quanto siano urgenti riforme profonde: non solo nell’assetto normativo, con interventi organici a scala nazionale e regionale, ma anche nel modo di pensare e agire di imprese, lavoratori e istituzioni”.
“Il mondo del lavoro deve diventare un sistema in cui meritocrazia, rispetto e responsabilità non siano slogan ma pratica quotidiana – sottolinea – È indispensabile premiare chi ha sempre operato con correttezza: gli imprenditori che rispettano regole, diritti e dignità dei propri collaboratori non possono essere equiparati a chi agisce nell’opacità. Lo Stato dovrebbe prevedere strumenti fiscali, finanziari e reputazionali che incentivino questi comportamenti virtuosi, creando un effetto emulativo che spinga anche altri operatori a migliorarsi. E vorrei sottolineare la parte Reputazionale”.
“Parallelamente – aggiunge Angela Dascaloi – i cittadini devono poter vedere nello Stato un interlocutore affidabile, un punto di riferimento al quale rivolgersi nei momenti di difficoltà con fiducia e speranza. Non un apparato burocratico distante e lento, ma un partner che tutela, sostiene e accompagna. Questo significa rafforzare controlli e semplificare procedure, ma anche assicurare servizi rapidi, efficienti e accessibili“.
“In questa prospettiva può essere d’ispirazione l’esperienza danese e olandese del cosiddetto ‘flexsecurity’, un modello che – evidenzia – combina flessibilità e sicurezza. In quei Paesi le imprese hanno margini per adattarsi al mercato e assumere o ristrutturare rapidamente, mentre i lavoratori, se perdono il posto, possono contare su ammortizzatori sociali generosi, percorsi di formazione e politiche attive che li reinseriscono in tempi brevi nel mondo del lavoro. Si crea così un equilibrio virtuoso tra competitività e protezione sociale. È un modello che in Italia richiederebbe coraggio politico e collaborazione tra parti sociali, ma che offrirebbe una tutela più equilibrata e una crescita più stabile”.
“Se davvero vogliamo una società meritocratica, dobbiamo andare oltre la sola selezione individuale. Meritocrazia significa anche premiare sistemi che funzionano, comportamenti corretti e politiche lungimiranti. È quindi necessario un cambiamento non solo normativo ma culturale: cittadini, imprese e Stato devono sottoscrivere un nuovo patto basato su trasparenza, rispetto reciproco e fiducia. Solo così potremo costruire un’economia sana, fatta non solo di numeri ma di persone e relazioni di qualità, che rappresentano il capitale più prezioso che abbiamo” conclude Angela Dascaloi






