Cara redazione, voglio segnalare quanto mi è capitato. Oggi, per la seconda volta dalla fine degli "Arresti domiciliari", sono andata a Roma. Come faccio da quarant'anni ho usato come percorso quello che per me è più comodo e cioè, il treno dell'aeroporto.
 
Sono andata giovedì scorso e non ho trovato difficoltà, il terminal era deserto e la stazione anche, faceva un pò  impressione, sembrava un posto disabitato.
 
Oggi è stato molto più difficile. Si poteva entrare solo dalla porta 5 del T3, dei giovani addetti chiedevano le carte di imbarco o il biglietto aereo, io ho mostrato quello del treno, mi hanno guardato come se fossi stata una vecchia pazza, dicendomi che per il treno non era quella la via e indicandomi dove dovevo andare.

Conosco la strada perfettamente e prima di fargli capire che dovevo passare per forza di lì, perché per la stazione non erano indicati percorsi alternativi, ho perso il treno, poi finalmente è intervenuto un altro addetto e sono riuscita a passare.

Ma una volta in stazione sono stata fermata da due signori in uniforme che hanno voluto sapere se lavoravo in aeroporto, alla mia risposta negativa hanno chiesto dove abitavo e cosa facevo lì, ho spiegato loro che volevo andare a Roma e ho mostrato il mio biglietto, devo essere sembrata pazza anche a loro perché mi hanno chiesto il documento di identità, poi finalmente ho preso il treno.
 
Il ritorno è stato altrettanto difficoltoso. In treno nessun controllo di alcun genere, come del resto anche all'andata, non sono stati controllati ne i biglietti ne il rispetto del famoso distanziamento sociale, ne l'utilizzo delle mascherine, si poteva fare come si voleva.
 
Una volta arrivata in aeroporto non riuscivo ad uscire. Stessa storia dell'andata.
 
Forse noi cittadini di Fiumicino non possiamo più prendere il treno regionale? O gli addetti aeroportuali, polizia compresa, non sanno che Fiumicino non è soltanto un aeroporto ma anche una città e che quel treno lo prendono anche i pendolari che vivono nella città e lavorano a Roma?   
 
Lettera inviata da: Franca C.
 
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