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Via del Serbatoio, Costa: “Rimosso il campo da basket nel silenzio più totale”

“Risolvere un problema significa cercare delle soluzioni, anche impopolari, ma efficaci, non rimuoverlo”


di Alessandra Zauli

Una decina di giorni fa, più o meno, è stato rimosso il campo da basket che si trovava presso il parco pubblico Simone Costa di Via del Serbatoio a Fiumicino.
 
“Se un albero cade in una foresta e nessuno lo sente, non fa rumore” (George Berkeley). Questa frase di un filosofo di metà del ‘700 rende perfettamente l’idea di quanto accaduto. Non se ne è parlato, non ne è stata fatta alcuna pubblicità, è avvenuto nel silenzio più totale è il commento di Stefano Costa, Capogruppo di Fratelli d’Italia di Fiumicino.
 
“Eppure – aggiunge – erano state necessarie petizioni, interrogazioni all’Amministrazione, raccolte di firme per far sì che uno spazio dove si trovava un edificio abbandonato e diroccato, pieno di ethernit, venisse riqualificato e destinato ad un campo da basket dove i ragazzi del nostro territorio potessero giocare gratuitamente ed in libertà“.
 
“Ma, dopo l‘iniziale felicità, sono iniziati i problemi – prosegue Costa – La grande frequentazione del campo, a tutte le ore del giorno e della notte, soprattutto durante il periodo estivo e nei weekend, ha portato con se, chiasso, atti di vandalismo, atti di violenza, schiamazzi, maleducazione, che hanno esasperato alcuni dei cittadini residenti sulla via, dove si è costituito un comitato che ha iniziato a premere perché il campo venisse rimosso”.
 
“Ed invece di porre in essere delle azioni volte a risolvere il problema, volte ad educare la parte meno buona dei frequentatori del campo, cosa si è fatto? Nel silenzio, senza annunci, senza dire nulla, si è rimosso il campo da basket. Ovviamente – sottolinea – questo è andato a discapito di tutti i ragazzi che lo frequentavano, infatti non tutti sono molesti, ma a rimetterci sono stati anche loro e nessuno se ne è interessato abbastanza. Però attenzione, ne è stato aperto un altro, bellissimo, in un altro posto della città”.
 
“Quindi ne emerge che due campi da basket non si possono avere? O che il problema forse è solo stato spostato? E’ evidente che – ribadisce Costa – l’importante sia solo che nessuno di noi abbia un problema sotto casa, non si cerca di risolvere, si sposta il problema ad altri, che magari, tra un pò otterranno che venga spostato in qualcun altro posto ancora e così proseguendo all’infinito, senza affrontare e risolvere”.
 
“Risolvere significa intervenire, cercare delle soluzioni anche impopolari ma efficaci e metterle in campo, mentre invece è più comodo rimuovere. Abbiamo perso tutti, abbiamo insegnato a non assumerci la responsabilità di trovare una soluzione, tanto il problema si può ‘accollare’ (come dicono i ragazzi) a qualcun altro e noi si torna a dormire sereni. Spero che la coscienza di aver disatteso e di aver rinnegato la promessa fatta ai nostri ragazzi, di avere un luogo dove poter socializzare e giocare, si presenti alla porta di chi ha la missione di educare, l’impegno di migliorare la vita dei cittadini, il dovere di trovare soluzioni reali. Quindi – conclude Stefano Costa – il campo non c’è più, ora questo renderà felice qualcuno, ma sicuramente non deve essere questo l’esempio che diamo alle generazioni future, perchè altrimenti abbiamo perso tutti”.
 
 
 
 

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