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Rifiuti, Montino: “Il giallo delle zone bianche, dove sono finite quelle di Roma?”

“La sindaca della città metropolitana ce lo spieghi con chiarezza”


Virginia Raggi, sindaca della città metropolitana, ha firmato una seconda ordinanza che, con procedura d’urgenza, riapre la discarica di Albano, chiusa da 5 anni perché inquinava le falde acquifere. ‘Procedura d’urgenza’ significa che saltano tutte le autorizzazioni ambientali. Ma in questi 5 anni, nessuna bonifica è stata fatta né sono cambiate le caratteristiche del sito e non è stato acquisito alcun parere preliminare di Arpa Lazio”. Lo dichiara il sindaco Esterino Montino.
 
“L’ordinanza è del 16 luglio alle 21.30 il giorno dopo che la direttrice della Regione ing. Wanda D’Ercole, affermava la necessità di una modifica dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale) e di un parere degli organi tecnici preposti – spiega Montino –. Lo stesso giorno, il 16 luglio, alle 10.00 una lettera del Ministero della Transazione ecologica riaffermava la necessità del parere di Arpa Lazio”.
 
“Niente di tutto questo è avvenuto – sottolinea il primo cittadino – l’ordinanza di Raggi è illegittima, impugnabile e dubbia sotto tutti gli aspetti. Tanta solerzia della sindaca è, forse, dovuta al fatto che le 1100 tonnellate di rifiuti al giorno che deve smaltire andrebbero fuori del territorio di Roma. E in provincia, evidentemente, si può tranquillamente scaricare rifiuti e inquinare i territori“.
 
“E’ andata così – prosegue – anche per le zone bianche individuate dalla Città metropolitana per realizzare nuovi impianti. Prima erano sia in provincia sia a Roma. Poi, improvvisamente, solo in provincia. Chi l’ha deciso? In base a quale criterio? Un vero e proprio giallo: Raggi ce lo spieghi con chiarezza. O i cittadini della provincia devono pagare lo scotto di non votare per la sindaca di Roma?”.
 
“Tanta solerzia bisognava destinarla alla raccolta differenziata – ribadisce – che avrebbe drasticamente diminuito i rifiuti. Invece, Roma è rimasta al 43% come 5 anni fa. E di questo 43%, più di 1/3 dell’umido pare vada comunque in discarica. La Regione Lazio, dal canto suo, è costretta a sfornare ordinanze per tamponare l’emergenza della Capitale. Un’emergenza non legata al fatto che non si sa dove mandare i rifiuti. Il guaio è che l’immondizia rimane per strada, i cassonetti non si svuotano e restano stracolmi per giorni perché Ama è completamente saltata.
 
“L’azienda, nonostante oltre 200 milioni l’anno spesi per lo smaltimento – prosegue – è ormai in agonia e la Raggi ce l’ha messa tutta per arrivare a questo punto. Almeno amministratori delegati in 5 anni: con una tale instabilità, come si può programmare un piano drastico come quello di cui ha bisogno Roma?”.
 
“Ma c’è di più – aggiunge ancora Montino –. Gli impianti presenti che Raggi ha trovato, al di là della discarica, erano tanti. Ma soprattutto erano in programma ristrutturazioni, potenziamenti e nuove realizzazioni. Neanche questo è stato fatto. La differenziata è in caduta libera, l’unico impianto di umido è fuori Roma, a Fiumicino, dei TMB uno è bruciato ma era già al capolinea, Rocca Cencia è in servizio al 50% perché pare non sia del tutto funzionante e due impianti, approvati dalla Regione da un anno e mezzo a Cesano e Casal Inselci, non sono mai partiti. Un disastro su tutta la linea. Di fronte a questo inequivocabile quadro, le 4500 tonnellate di rifiuti che quotidianamente Roma produce hanno invaso, emergenza dopo emergenza, tutte le strutture sparse per la regione. Ora ai comuni della provincia non rimane che difendersi con le unghie e con i denti per evitare di entrare, a nostra volta, nella fase emergenziale”.
 
“Oggi, su un grande quotidiano nazionale – conclude Esterino Montino –, Calenda propone di commissariare Zingaretti per l’emergenza rifiuti di Roma. E’ qui che si vede la stoffa del grande amministratore: lasciare operare chi fa danni e commissariare chi, con senso di responsabilità, continua a tamponare per evitare la catastrofe. Vedo un certo strabismo politico. Se vogliamo salvare la Capitale, invece, ma anche il sistema rifiuti della città metropolitana, l’unica vera decisione da prendere è commissariare il ciclo dei rifiuti di Roma“.
 
 
 
 
 
 
 

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