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Malattie cardiovascolari: ogni anno provocano 18 milioni di vittime

Ogni anno il 29 settembre viene celebrata la Giornata mondiale del cuore su iniziativa della World Heart Federation. L’importanza di questo appuntamento è dimostrata dal fatto che in Italia e in molti altri Paesi la prima causa di morte va individuata proprio nelle malattie cardiovascolari, che in tutto il pianeta causano 17 milioni e mezzo di decessi prematuri. Numeri preoccupanti, che in futuro non solo non diminuiranno, ma addirittura cresceranno: si stima, infatti, che nel 2030 le morti dovute a patologie cardiache saranno circa 23 milioni. La situazione italiana non è delle più rosee: le malattie cardiovascolari causano in media 127mila morti tra le donne e 98mila morti tra gli uomini ogni anno. L’elenco delle cause include, tra l’altro, ictus, scompensi e infarti, ma ciò che davvero preoccupa è che tanti di questi decessi riguardano persone che non hanno ancora compiuto 60 anni.

Come e quanto si muore per le malattie cardiovascolari

Fatto 100 il totale dei decessi in Italia, 30 di essi sono provocati da malattie cardiovascolari, le quali – di conseguenza – si rivelano perfino più letali dei tumori. Anche dal punto di vista economico, le cifre attuali sono ben poco rassicuranti, dal momento che tali patologie implicano una spesa corrispondente a oltre l’1,3% del Pil italiano, quasi il 24% della spesa farmaceutica complessiva. L’Organizzazione Mondiale della Sanità si è posta un traguardo ambizioso: entro il 2025, abbassare il rischio cardiovascolare del 25%. 

L’insufficienza cardiaca

Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, si scopre che per le malattie in questione i tassi di mortalità sono calati di più del 35% nel giro di undici anni. Non basta, comunque: c’è bisogno di un’opera di prevenzione ancora più efficace, per fare in modo che prosegua la riduzione delle patologie che interessano il sistema circolatorio e il cuore. Rivolgersi ai migliori cardiologi di Bolzano o della città in cui si vive può essere un’ipotesi interessante nel caso in cui si sia interessati a sottoporsi a un check up, ma è importante anche modificare le proprie abitudini quotidiane. Le malattie cardiovascolari costituiscono non solo la prima causa di mortalità, ma anche la prima causa di morbilità, a dispetto degli innegabili sviluppi che la ricerca e la scienza stanno compiendo in questo ambito.

Per paradosso, per altro, tali patologie sono in crescita perfino nei Paesi non industrializzati. Si riscontra una sorta di epidemia di insufficienza cardiaca anche in Italia, ma i lati della medaglia sono due in questo caso: un tempo chi era colpito da un evento cardiovascolare acuto aveva molte più probabilità di morire rispetto ad oggi; tuttavia, anche se attualmente viene salvato deve fare i conti, da quel momento in poi, con un deficit di pompa cardiaca

Lo stato delle conoscenze scientifiche

Purtroppo per il momento non si sa ancora molto sulle interazioni tra le variabili ambientali e i fattori genetici alla base delle malattie del cuore. Per esempio, nel caso di un infarto miocardico si sa che ciò avviene perché in un dato momento si verifica una rottura della placca aterosclerotica per colpa della quale compare il trombo che causa l’occlusione del vaso. Ma perché la placca si rompe? Di certo dipende dalla dislipidemia, ma probabilmente anche da fattori genetici che oggi non sono ancora noti: fattori che regolano la pressione arteriosa e il colesterolo.

Nelle cardiopatie, inoltre, ci sono evidenti differenze di genere: le donne, per esempio, sono più al sicuro almeno fino a quando non entrano in menopausa. Tra maschi e femmine c’è un anticipo di circa dieci anni per i primi: insomma, il gentil sesso tende ad ammalarsi più tardi, anche se le eventuali patologie sviluppate sono mediamente più gravi.  

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