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Gli attacchi di panico

Dentro l’inferno all’improvviso … la paura di aver paura


Gli attacchi di panico un disturbo che ci costringe a non poter esercitare uno dei diritti fondamentali ad ogni essere umano: il diritto alla libertà di scelta.
La crisi di panico segue un modello costante: mi sento morire, mi manca l’aria e il cuore batte all’impazzata, ho paura di perdere il controllo. Chi non l’ha provato non può capire quanto si soffra. In questo disturbo è fondamentalmente la paura di aver paura, l’ansia di morire e il terrore di impazzire.
Avere paura è giusto e fa bene aiuta a non farsi male, ma quando questa angoscia raggiunge il limite razionale, diventa una malattia, chi ne soffre, tende a collegare e a spiegare il panico con il luogo e le condizioni in cui questo si verifica: “ero in macchina, da allora ho paura di guidare … ho paura dell’aereo, dei posti affollati”. Le circostanze possono essere molto diverse tra loro, anche se spesso l’attacco di panico si manifesta quando, una persona si sente costretta in una certa situazione come un mezzo di trasporto, la metropolitana, l’aereo, la macchina o situazioni che sembrano costringere in una posizione senza via di uscita come il cinema, un ingorgo o al contrario, in ambienti aperti in cui ci si sente persi e senza punti di riferimento.
Infatti, evitando il luogo o la situazione in cui si è sentito male, egli cerca di controllare e di allontanare la paura della paura: “se evito di guidare, non mi accadrà nulla, se non andrò al cinema non proverò ansia”.
La difesa fobica, inizialmente, sembra funzionare in quanto il tale vive l’illusione di poter controllare il problema evitando alcune isolate situazioni. Purtroppo l’iniziale sollievo ha breve durata, infatti, progressivamente aumentano le situazioni “pericolose” fino a limitare in maniera significativa la vita della persona che può, in alcuni casi, giungere a chiudersi in casa per evitare incontri sociali. Tutto diventa difficile, anche le azioni più semplici come recarsi al lavoro, incontrare gli amici o fare una passeggiata.
La paura di avere paura, restringe il raggio d’azione fino ai minimi termini e anche se il soggetto si costringe ad uscire, lavorare, affrontare un viaggio, tutto è vissuto con grande fatica ed angoscia rovinando il piacere di vivere la quotidianità.
Se riesce a contenere l’ansia, egli si sentirà male ma cercherà di nascondere la sua condizione, altrimenti l’angoscia lo prenderà alla gola e allora il panico lo costringerà a lasciare il centro commerciale o la riunione di lavoro. L’aspetto fisico della persona in preda a questa angoscia senza nome, è proprio quella di qualcuno che è attanagliato da potenti artigli alla gola e si sente morire, impazzire, andare in pezzi. E’ una sensazione tremenda ma anche innocua, è proprio questo il paradosso, non c’è nessun pericolo egli non morirà e non sarà aggredito da nessun mostro. La contraddizione è che non ci sono pericoli per la salute o per l’incolumità della persona, eppure questa soffre atrocemente come mai nella sua vita.
Spesso gli attacchi di panico non sono preannunciati da nessun sintomo in particolare, arrivano improvvisamente e inaspettatamente, “a ciel sereno”. È questo il motivo per cui spaventano tanto. In realtà hanno sempre un fattore scatenante, anche quando non siamo in grado di riconoscerlo come tale.
Un attacco di panico non è pericoloso, ma può essere terrificante, soprattutto perché si sente di perdere completamente il controllo. Il disturbo è così grave non solo per via degli attacchi di panico in sé, ma anche perché spesso porta ad altre complicazioni quali depressione e abuso di psicofarmaci. Gli effetti possono variare dal deterioramento delle relazioni sociali all’incapacità completa di affrontare il mondo esterno. Tutto questo porta a una vita invalidante.
Questo disturbo in definitiva, ci costringe a giocare in difesa a prezzo della nostra libertà.

Paola Gentili
 
 
 
 
 

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