Disbiosi intestinale e farmaci: una relazione pericolosa

Lunedì, 12 Settembre 2022 21:29

Autore: Fiumicino-Online

Secondo le stime di uno studio pubblicato di recente su Nature ben un farmaco su quattro è in grado di causare disbiosi significative

di Fabio Reposi, direttore della Farmacia Comunale Aranova

Nel corso della vita la composizione del microbiota intestinale può variare a causa di fattori sia interni sia esterni all'organismo. Tra questi ultimi vengono spesso annoverati gli antibiotici. In realtà gli antibiotici non sono gli unici farmaci a causare alterazioni non fisiologiche del microbiota intestinale.
 
Secondo le stime di uno studio pubblicato di recente su Nature ben un farmaco su quattro è in grado di causare disbiosi significative. Tra questi, inibitori di pompa protonica (PPI), statine, farmaci antinfiammatori non steroidei (fans), corticosteroidi antipsicotici atipici e contraccettivi ormonali.

Per quanto riguarda in particolare gli inibitori di pompa protonica (PPI), la disbiosi correlata a un loro utilizzo prolungato sembra derivare dall'aumento del Ph gastrico nel primo tratto dell'intestino tenue. Con l'innalzamento dei valori del Ph viene meno uno dei meccanismi che proteggono dalla risalita nell'intestino tenue di batteri normalmente presenti nel colon. Si può così instaurare una particolare forma di disbiosi intestinale denominata SIBO (small intestinal batterial overgrowth) che, in uno studio recente è stata rilevata nella metà degli utilizzatori a medio-lungo termine di PPI ed è risultata associata a sintomi lievi nei primi mesi di assunzione che diventano clinicamente rilevanti (e non di rado severi) a partire dal sesto mese di utilizzo.
 
Tra i sintomi più frequenti della SIBO troviamo gonfiore intestinale, flatulenza, dolore addominale, diarrea. Inoltre tra gli utilizzatori di PPI è stato riscontrato un aumento del rischio di sviluppare infezioni da Clostridium difficile e, secondo una metanalisi condotta su nove studi osservazionali, anche di contrarre infezioni enteriche in comunità in particolare per quanto riguarda le infezioni da Salmonella e da Campylobacter.
 
Dal momento che le disbiosi, causate dall'assunzione di PPI ma non solo, sono sempre dannose per l'organismo, è bene che vengano trattate o ancora meglio prevenute. A questo proposito sono in aumento gli studi che mettono in luce l'efficacia dei prodotti per l'equilibrio della flora intestinale (ad esempio probiotici, microrganismi bioterapeutici vivi) nel ristabilire l'eubiosi del microbiota intestinale o prevenirne l'alterazione.

Non tutti questi prodotti sono uguali tra loro dal momento che possiedono caratteristiche biologiche funzionali distintive. In particolar modo i requisiti più importanti sono capacità di resistere all'ambiente acido dello stomaco, capacità di aderire alla mucosa intestinale e moltiplicarsi e capacità di resistere agli antibiotici.
 
 
 
 
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Pubblicato in Salute & benessere
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