Disbiosi in caso di covid-19

Lunedì, 14 Marzo 2022 11:39

Autore: Fiumicino-Online

Una integrazione di probiotici per contrastare possibili sovrainfezioni batteriche e virali

di Fabio Reposi direttore della farmacia comunale Aranova
 
Trattare la Disbiosi con probiotici come approccio adiuvante in caso di COVID-19. Questa l'ipotesi suggerita da un gruppo di autori su 'La Revue des microbiotes', in base alle evidenze scientifiche oggi disponibili che mettono in evidenza la forte correlazione tra gravità della malattia e alterazioni della flora batterica intestinale.
 
Come è  noto, la prognosi di COVID-19 è strettamente legata all'evoluzione della tempesta citochinica scatenata dall'infezione di SARS-CoV-2 e dalle sue conseguenze sulla salute polmonare. Tutto sembra giocarsi sul sottile equilibrio tra attività antinfiammatoria e immunosoppressiva dell'organismo: un deficit di quest'ultima non consente di controllare la prima che tende così a prendere il sopravvento e provocare gli effetti devastanti che possono portare anche a morte.
 
Diverse ricerche in questi mesi hanno messo in evidenza significative alterazioni del microbiota polmonare e intestinale in pazienti COVID-19. Altre, in aggiunta, hanno potuto verificare come, nelle forme più severe della malattia, si riscontri a livello intestinale una minore eterogeneità di specie microbiche presenti, con prevalenza di quelle patogeni appartenenti ai generi Streptococcus, Rothia, Veillonella e Actynomicies. La conseguente disbiosi indotta dal virus, a sua volta, può determinare un cattivo funzionamento del sistema immunitario in grado di alimentare la tempesta citochinica.
 
Di certo c'è che Ace2, il recettore della proteina Spike attraverso cui SARS-CoV-2 penetra nella cellula, è presente oltre che nei polmoni, anche nelle cellule intestinali, tanto che spesso i segnali di avvenuta infezione arrivano proprio da sintomi gastrointestinali avvertiti dai pazienti quale perdita di peso nausea e diarrea.
 
Ecco dunque l'ipotesi che i probiotici, e in particolare quelli a maggiore attività antinfiammatoria, possono aiutare a ripristinare un micro ambiente intestinale sano laddove persiste una disbiosi legata da una parte al danno diretto indotto dal virus e, dall'altra, a quello eventualmente provocato da una concomitante terapia antibiotica dovuta a contestuale sovrainfezione batterica.
 
È stato ormai dimostrato che una integrazione di probiotici inducono a livello polmonare e intestinale una maggiore produzione di interferone di tipo 1 e di linfociti T e B garantendo una migliore omeostasi intestinale,  rafforzarando sia il sistema immunitario che la barriera intestinale nel contrastare possibili sovrainfezioni batteriche e virali.
 
 
 
 
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Pubblicato in Salute & benessere