
Dalla ceramica al ferro, un viaggio artistico che unisce radici artigiane, gesti lenti e un’inesauribile ricerca di autenticità
Valerio De Carli, classe 1992, è un artista ceramista del nostro territorio. La sua è una ceramica fatta di gesti lenti e consapevoli, dove la mano incontra la materia in un dialogo silenzioso, ma carico di significato. Ogni pezzo nasce da un tempo sospeso, da un ascolto attento della terra e da una sensibilità che trasforma l’argilla in racconto. Le opere di De Carli non sono semplici oggetti, ma frammenti di storie vissute o immaginate, scolpite nella forma e nella superficie.

Il suo lavoro unisce radici artigiane a uno sguardo aperto e universale. Un’arte silenziosa, intima, che nel suo studio prende forma tra pause e riflessioni. Prima di approdare alla ceramica, Valerio ha attraversato territori espressivi molto diversi: dalla performance fisica alla creazione plastica. È stato mago, funambolo, illustratore e pittore, sperimentando molteplici linguaggi. Ha scolpito pietre abbandonate in luoghi dimenticati, restituendo bellezza e significato a spazi marginali attraverso un’arte che voleva essere, prima di tutto, gesto di condivisione e partecipazione.

È in questo spirito che nasce, tra le altre, l’opera dedicata a San Michele, incisa su un grande masso posto lungo la sponda del fiume, “là dove l’acqua del Tevere s’insala”, a Fiumicino. Un intervento artistico capace di parlare al paesaggio e alla comunità, che ha richiesto molti mesi di duro lavoro per essere realizzata.
Altro materiale che accompagna da sempre la sua ricerca è il ferro, forgiato con forza e dedizione, senza aver mai frequentato scuole specializzate. La sua abilità è frutto di un talento manuale innato e di un acuto spirito di osservazione. Proprio dal ferro è nata una delle sue opere più intense: Pandemica, una scultura in ferro battuto, alta circa 2 metri e larga 2,5. Realizzata durante il lockdown, l’opera esprime in modo potente e viscerale la complessità del genere umano in uno dei momenti più delicati della storia recente. Una struttura che non impone significati, ma invita a riflettere sul senso dell’isolamento, della fragilità e della resistenza.
“L’arte, per me, non è mai stata un mestiere o un ruolo da interpretare: è un modo di stare al mondo. Ho sempre cercato il silenzio dentro la materia, qualcosa che mi parlasse senza parole. Fin da ragazzo ho avuto il bisogno di esprimermi con le mani, di trasformare quello che sentivo in forme, superfici, peso, vuoto. Non ho seguito un percorso accademico, ho imparato osservando, provando, fallendo e ricominciando. Ogni materiale che ho incontrato, la pietra, il ferro, l’argilla, mi ha insegnato qualcosa su di me. Scolpire, modellare, forgiare sono azioni che hanno sempre avuto per me una dimensione spirituale, prima ancora che artistica – afferma l’artista di Fiumicino, Valerio De Carli – Nella ceramica ho trovato una lentezza necessaria, una precisione che richiede ascolto e presenza. I miei pezzi all’interno sono vuoti, come vasi, ma non sono fatti per contenere liquidi: accolgono sostanze più sottili, come emozioni, ricordi, silenzi. Mi muovo tra gesti antichi e un’urgenza contemporanea, con il desiderio di restituire bellezza a ciò che spesso viene scartato o dimenticato: luoghi, materiali, simboli. Non cerco la perfezione, cerco l’autenticità. E se un mio lavoro riesce a toccare anche solo una persona, a farle sentire qualcosa, allora ha già compiuto il suo percorso”.
Valerio De Carli è un artista che arricchisce il nostro territorio con un’arte sincera, fatta a mano e con il cuore. Le sue opere raccontano storie silenziose che parlano a tutti. Conoscere il suo lavoro significa valorizzare il talento locale e credere nella forza della creatività come strumento di crescita e condivisione. Per conoscere le opere ed il suo percorso artistico ci si può collegare al profilo Instagram di De Carli mediante il quale l’artista vuole far viaggiare le sue opere nel mondo, mantenendo però sempre saldo il legame con le sue radici. Fiumicino, il territorio in cui è nato e cresciuto rimane una fonte costante di ispirazione: ogni pezzo, anche se destinato ad abitare altrove, porta con sé un’impronta viva del luogo in cui è stato concepito.






