Il business dei nuovi porti

Martedì, 30 Luglio 2013 19:38

Autore: Armando De Vellis

Il business dei nuovi porti
Goletta Verde di Legambiente:"Fermare un'inutile e dannosa colata di cemento sul litorale laziale"

"Navi e cemento. Il business dei nuovi porti corre a ritmi forsennati sulla costa laziale. Uno sviluppo insensato che non tiene conto né dei reali traffici, né delle distanze tra un'infrastruttura e un'altra e che molto spesso, vedi il caso di Fiumicino, è frutto di una mera speculazione finanziaria. I numeri della portualità laziale sono da capogiro: 9402 gli attuali posti barca stimati, cioè 26 posti barca per ogni chilometro di costa, di cui 4.597 disponibili nella rete delle grandi infrastrutturazioni portuali ed i restanti 4805 disponibili in canali, darsene e ormeggi. Per la Regione Lazio, però, non bastano: a questi, secondo i piani regionali, andrebbero aggiunti infatti altri 4551 nuovi posti barca, nella rete delle grandi infrastrutture portuali, fra ampliamenti ed opere ex novo. Una scellerata politica che non tiene conto del grande problema dell'erosione costiera e dei territori a forte rischio idrogeologico in cui molto opere andrebbero ad insistere - si legge nella nota stampa di Legambiente, che chiede - vogliamo un chiaro cambio di rotta alla nuova giunta Regionale, fermando i piani faraonici immaginati dalla Polverini, inutili e dannosi, e dando il via ad un ripensamento urgente del piano della portualità che metta un freno alle nuove opere e si attivi piuttosto per adeguare e sistemare le infrastrutture già esistenti, più che sufficienti per le reali esigenze del Lazio".

Numeri e storie della portualità laziale raccontati da un dossier di Legambiente che saranno presentati a Fiumicino nell'ambito degli appuntamenti laziali del tour di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente a difesa dei mari e delle coste italiane.
 
"Sull'intera costa italiana si assiste ormai ad un situazione caotica, con un crescendo di smaniosi progetti di nuovi inutili porti e approdi, magari a pochi chilometri di distanza l'uno dall'altro, porti che, se arrivano a un completamento, restano spesso deserti e provocano danni al territorio - dichiara Serena Carpentieri, responsabile di Goletta Verde - il dossier sulla portualità del Lazio mette in risalto anche su questa costa la stessa identica situazione. Si parla di pianificazione dello sviluppo della nautica delle esigenze di posti barca, ma la sensazione è che in realtà più che ai metri lineari delle imbarcazioni si guardi ai metri cubi degli immobili da realizzare sulle banchine dei porti, magari non previsti dai piani regolatori, ben camuffati dietro la scusa di realizzare nuovi posti barca. Nuovi posti barca che innanzitutto non servono. Non servono nuove colate di cemento, basterebbe razionalizzare e riqualificare i bacini già esistenti, quelli utilizzati poco e male. Da uno studio di Ucina e Legambiente nascerebbero cosi 39mila nuovi posti barca a disposizione del nostro Paese, senza consumare suolo, sottrarre ingenti risorse economiche inutilmente e cedere il passo alla speculazione".
           
Ed in questo scenario è necessario che le Linee guida pongano l'attenzione sulla gravità del fenomeno dell'erosione costiera generato proprio da fenomeni di origine antropica. Secondo gli ultimi dati forniti dall'Osservatorio dei Litorali Laziali, infatti, nel 2008 il fenomeno dell'erosione interessa un quarto delle coste laziali e complessivamente sono circa 76 i km di costa laziale colpiti dal fenomeno su 361 totali. I Comuni più colpiti sono quelli di Montalto di Castro e Tarquinia per quanto riguarda il viterbese, con circa il 50% delle coste in erosione, quelli di Sabaudia, Fondi e Sperlonga con una percentuale che si attesta fra il 47% e il 50% per il litorale pontino e Fiumicino, Fregene e Ladispoli per quanto concerne il litorale romano con una percentuale che raggiunge addirittura il 67%.
 
"La linee guida sui porti varate dalla giunta polverini ci consegnano uno scenario fortemente preoccupante per le coste della nostra regione ,con inutili e pericolose gettate di cemento da nord a sud del litorale,fra nuovi faraonici porti,ampliamenti di quelli esistenti ed approdi - dichiarano Valentina Romoli e Roberto Scacchi, rispettivamente, vice presidente e direttore di Legambiente Lazio - e' fondamentale quindi invertire la rotta bloccando questa inutile e pericolosa nova colata di cemento, rivedendo radicalmente il piano presentato dalla precedente giunta della Regione Lazio, per investire, piuttosto, nell'unica vera grande opera che serve alla nostra regione, quella della messa in sicurezza del territorio, attuando politiche volte a perseguire con determinazione la piaga dell'urbanizzazione selvaggia e dell'abusivismo edilizio sulle nostre coste, portando avanti acquisizioni al pubblico patrimonio e abbattimento dei manufatti abusivi".

"Tra i maggiori scempi che si è cercato di portare avanti lungo le coste laziali, c'è da citare certamente l'ampliamento del porto nuovo porto di Fiumicino - hanno dichiarato - un vero e proprio gigante di cemento con una capacità ricettiva di 1.500 posti barca, alla foce del fiume Tevere, ricadente tra l'altro in un'area soggetta a tutela orientata alla sistemazione paesaggistica e funzionale di una delle aree potenzialmente più interessanti e attualmente più depresse e degradate di tutto il litorale laziale, oltre ad essere un'area a rischio idrogeologico r4, ovvero ad altissimo rischio. A bloccare la mega struttura per ora ci ha pensato la magistratura, che contesta all'imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone una maxi frode del valore di 35 milioni di euro. Lavori realizzati in modo non appropriato.
Ma sono numerosi in tutta la regione i casi da segnalare per opere di ampliamento di infrastrutture esistenti e progetti di nuovi porti. Sempre alla Foce del Tevere, è in programma l'ampliamento del porto turistico di Ostia. Un progetto faraonico, che sostanzialmente triplica la superficie dello specchio acqua del porto che passerà da 206.000 metri quadrati a 733.000. I posti barca passeranno da 808 a 1.419".
 
"Nell'ambito della presenza costante di un 'occhio vigile' sul territorio si pone la nascita del nuovo circolo legambiente - affermano Roberto Scacchi direttore di Legambiente Lazio e Daniele Rauso presidente circolo legambiente Fiumicino 'Volontari Tutela del Territorio Onlus' - sostenendo quanto sia importante sensibilizzare ogni singolo cittadino, bambini e gruppi scout al 'Nostro' territorio formato da 25 km di coste, aree agricole, riserva naturali del litorale romano, aree di interesse archeologico/culturale. rendendo tutto questo fruibile 12 mesi l'anno e non solo per i mesi estivi, li dove l'abbandono e la poca vigilanza scaturirebbe in scempi di discariche abusive e accampamenti".
 
 
 
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