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Al Festival Europa Futuro si parla di diritti, integrazione e valori dell’UE

Mercoledì, 14 Aprile 2021 21:35

Autore: Fiumicino-Online

Al Festival Europa Futuro si parla di diritti, integrazione e valori dell’UE
Oggi il secondo webinar tra i politici nazionali e del territorio con i giovani di Fiumicino

Il secondo webinar del Festival Europa Futuro, svoltosi mercoledì 14 aprile 2021, ha avuto come tema i diritti, l’integrazione e i valori europei, e come questi sono visti e percepiti dalle nuove generazioni. L’incontro, tra i politici del territorio e a livello nazionale e i giovani di Fiumicino, è stato moderato da Ludovica Smargiassi, militante GFE Roma.
 
L’Onorevole ed ex europarlamentare Daniele Viotti ha introdotto l’incontro restituendoci una prospettiva d’ampio respiro sulla situazione attuale dell’UE e sulle contraddizioni insite nel suo tessuto connettivo “Dovremmo considerare il Next Generation UE come un’occasione di cambiamento delle politiche dell’UE. Nell’elenco dei paesi che si contrappongono – rispetto all’utilizzo del parametro dello stato di diritto per la concessione dei fondi – vediamo da una parte Francia, Italia, Olanda e altri che rientrano in quelle che si possono considerare le liberal democrazie, dall’altra paesi come Ungheria e Polonia nei quali riscontriamo fenomeni non solo non tollerabili, ma addirittura non supponibili neppure dalle forze politiche che si collocano nell’ala più conservatrice degli schieramenti politici. Dichiarare, come è successo in Polonia, alcune città “zone LGBT free” vuol dire esibire un simbolo che non porta a ricadute concrete, ma accarezza semplicemente l’elettorato conservatore; mentre la chiusura di giornali, radio, università come avviene in Ungheria, oppure l’approvazione di leggi che in Polonia limitano la possibilità delle donne di accedere all’aborto, non sarebbero neppure concepibili nei paesi dell’Europa occidentale. Ormai sappiamo che le conseguenze sociali, economiche e sanitarie della pandemia si sono abbattute sulle fasce di popolazione più deboli: anziani, donne, giovani e sulle persone LGBT. Dunque abbiamo il dovere di far sì che l’accesso alle risorse – dal momento che paesi come l’Ungheria, la Polonia, la Slovenia e la Slovacchia prendono più di quello che danno all’UE – avvenga solo allorché si rispettino i principi fondamentali. Oggi l’Europa ha perso la sua incisività, e ciò che è accaduto in Turchia ne è l’esempio emblematico: non solo simbolico, della sedia non lasciata alla presidentessa della commissione Ursula von der Leyen. Il problema è che la sedia è il simbolo di un assoggettamento dell’Unione Europea alla Turchia, alla quale regaliamo milioni di euro ogni anno affinché trattenga all’interno dei propri confini i rifugiati siriani che L’UE non vuole. Dai campi profughi tra Turchia e Siria sono scappate tutte le organizzazioni umanitarie internazionali che non volevano essere complici ed assistere alle brutalità che avvengono in quei luoghi mentre l’Europa, non soltanto le accetta, ma le paga e paga affinché si creino questi campi in Turchia e in Libia. O l’Europa troverà la forza per difendere i propri valori dai i paesi terzi, allora avrà anche la forza di farlo al proprio interno, altrimenti non avrà più credibilità, nemmeno con i paesi dove non vengono rispettati nemmeno i diritti umani. Il problema è profondamente politico: l’Europa deve tornare essere la roccaforte dei diritti umani e civili. Se troviamo questa forza, troveremo anche gli strumenti”.
 
L’Assessora regionale per le pari opportunità Erica Onorati ha approfondito il tema dei diritti negati alle donne: “La presidentessa Ursula von der Leyen ha richiamato il ruolo dell’UE con un impegno importante a livello comunitario contro la violenza sulle donne: infatti nel Next Generation Eu è presente un plafond aggiuntivo di risorse, senza dimenticare i fondi strutturali che arrivano ai paesi membri ma in virtù dei quali debbono essere mantenuti gli impegni nei confronti delle persone più fragili, e quindi anche delle donne. La Von der Leyen è stata la prima ad aver dichiarato che non esiste differenza tra i lavori considerati “da uomini” e “da donne” ma, già all’inizio di marzo 2021, è arrivata la dichiarazione della Turchia dell’uscita dalla Convenzione di Istanbul, ovvero la Convenzione del Consiglio d’Europa firmata nel 2011 sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne. Per quanto riguarda l’ambito regionale, la Regione Lazio sta lavorando per mettere al primo posto le politiche di genere, all’interno del dibattito politico, nei decreti legislativi, ma anche nei provvedimenti esecutivi della Giunta del Presidente Zingaretti. Dal 2014 ci occupiamo con forte determinazione alla lotta contro la violenza di genere, attraverso gli sportelli antiviolenza e le case rifugio, anche con progetti di inclusione rivolti agli studenti”.
 
L’Assessore alle Politiche Scolastiche e Giovanili, sport, Ater e TPL Paolo Calicchio ha illustrato alcune importanti iniziative in programma da attuare nel Comune di Fiumicino: “Credo che le nuove generazioni vengano emarginate delle politiche europee. Quali sono le politiche europee ed europeiste che arrivano a toccare la vita dei nostri studenti? Ad esempio, in un territorio talmente vasto come quello di Fiumicino, non tutti hanno accesso facilmente alle strutture scolastiche: sono presenti solamente due scuole superiori e gli studenti di Fiumicino ad Ostia sono soggetti ad un completo ostracismo. Già abbiamo problemi di accesso alle pari opportunità, non tanto di genere ma di cittadini con altri cittadini, e quindi avremmo bisogno di maggiori investimenti per maggiori strutture in cui si promuova la cultura. E per amare l’Europa, “l’idea di Europa” deve essere innanzitutto compresa. Per quanto mi riguarda, sto per varare un’iniziativa a livello comunale: un questionario da sottoporre ai giovani dai 14 ai 18 anni d’età perché voglio capire quanto i ragazzi conoscano l’Europa, la sua storia e le sue potenzialità. L’Europa spesso viene percepita solamente come un ente sovraordinato che si occupa di economia, anche perché l’Europa è inadeguata nella politica estera, nella politica culturale, a livello sanitario e, dato che è difficile che le persone accettino ciò che non riescono a capire, questo offre terreno fertile ai movimenti nazionalisti. La lotta alla povertà lavorativa e culturale potrebbe far accettare meglio l’istituzione europea che a volte i ragazzi non soltanto non conoscono, ma sono convinti possa essere un “elemento di disturbo”. Il segretario Letta ha proposto di abbassare l’età dell’Erasmus (con un anno o sei mesi obbligatori all’estero anche per i ragazzi del liceo) e ha proposto di allargare il diritto di voto ai sedicenni, ma per far votare coscientemente ragazzi di sedici anni bisogna dotarli di una metodologia di comprensione che possa far capire loro cosa stiano facendo e che valore ha ciò che gli si mette in mano, con gli strumenti necessari. Nelle nostre scuole non si studia geo-storia europea, storia civica dell’Europa unita o storia della letteratura europea, non si studiano due lingue straniere quali l’inglese e il francese, importantissimo a livello diplomatico. Immagino un’Europa proiettata verso il futuro ma che si interessi della formazione e dell’accesso alla formazione scolastica delle giovani generazioni, e che li abitui fin da giovani ad essere cittadini europei e del mondo. Ad esempio, a livello locale vorrei costituire il Consiglio dei Giovani".
 
Diletta Alese, Eb member della JEF Europe ha chiuso l’incontro facendo il punto su ciò che ci si dovrebbe aspettare delle politica dell’UE e soprattutto delle politiche degli stati membri che ne influenzano fortemente le dinamiche strutturali: “Da una parte l’Unione Europea risponde alle sfide della globalizzazione ed alla crisi dello Stato Nazionale, dall’altra è espressione della realizzazione di democrazia e diritti, dato che la sostanzialità della democrazia si esprime proprio nel principio di sussidiarietà, nel riuscire ad occupare lo spazio politico per rispondere alle esigenze dei cittadini. Ma non basta rispondere ad una contraddizione, si deve dare risposta rispettando la dignità delle nostre società. L’Unione europea ha una storia in divenire e non possiamo sovrapporre il modello ideale dell’Unione Europea con i problemi attuali che sta attraversando l’UE: in questa Europa gli Stati hanno ancora un peso fortissimo nei giochi di potere e – a volte – danno poche certezze sulla garanzia dei diritti, mentre il modello europeo è basato sulla pace con l’aspirazione di realizzare valori che possano essere estesi a livello globale".
 
L’incontro di domani, giovedì 15 aprile, sarà inerente alla sostenibilità ambientale con il titolo “Europa più verde, verso il green deal europeo”. Interverranno Fabio Massimo Castaldo, Vice-Presidente Parlamentare Europeo; Alessandro Fusacchia, Deputato FacciamoEco; Roberta Lombardi, Assessore Regione Lazio; Ezio Di Genesio Pagliuca, Vice Sindaco e Assessore del Comune di Fiumicino; Marco Zecchinelli, del Comitato Federale del MFE, Movimento Federalista Europeo.
 
 
 
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