Caricamento...

Dall’Unione Italiana Ciechi la forza di reagire per trovare una nuova luce nella cecità

Aldo ed Esterina: “Abbiamo trovato la forza per affrontare vicissitudini e quotidianità, grazie al loro supporto”

 

di Fernanda De Nitto

 

Questa settimana la rubrica dedicata al mondo del volontariato ha incontrato Aldo ed Esterina, due non vedenti di Fiumicino, che nonostante mille difficoltà hanno trovato la forza di reagire e di affrontare vicissitudini e quotidianità, grazie anche al supporto dell’Unione Italiana Ciechi e dell’Azienda di Servizi alla persona disabile visiva S. Alessio – Margherita di Savoia.

 

 

Aldo scopre di essere malato di glaucoma a seguito di una visita di controllo sul luogo di lavoro nel 1990, fino a quando nel 2014 non diviene completamente cieco. La sua famiglia, la moglie e il figlio, proteggono Aldo, che nel frattempo aveva perso la voglia di reagire ed interagire con il mondo. Però nel 2021, grazie a degli amici di Fiumicino si avvicina al Sant’Alessio, iniziando una nuova vita, trovando nella cecità una nuova luce.

 

 

 

Aldo, quanto la struttura, avente sede a Roma, ha cambiato il tuo modo di affrontare la quotidianità nella società?

 

“L’impatto con il Sant’Alessio non è stato sinceramente dei più semplici, in quanto per il mio percorso individuale l’istituto ha previsto una sistemazione residenziale di sei mesi, nei quali raggiungevo i miei cari solo nel fine settimana. Ricordo perfettamente il dolore che provavo quando la domenica dovevo rientrare lasciando mia moglie e mio figlio. Ma con il tempo ho iniziato a comprendere quanto l’istituto fosse importante per la mia vita, soprattutto per il raggiungimento di un’autonomia che mai avrei pensato di conquistare”.

 

 

Come sono organizzate le giornate nell’istituto?

 

“Tutti gli operatori dell’istituto sono persone estremamente competenti e professionali, i quali ti aiutano e supportano nelle diverse attività quotidiane previste nel percorso individuale. Per quello che mi riguarda durante il mio periodo di permanenza residenziale ho avuto l’opportunità di seguire un progetto di orientamento e mobilità dedicato proprio alla conoscenza della metodologia utile per camminare autonomamente in tutte le situazioni, mediante, anche, l’utilizzo del bastone. Ho, altresì, sperimentato l’orientamento nel contesto cittadino romano, con uscite, effettuate insieme con un operatore, che mi hanno permesso di comprendere l’utilizzo dei mezzi pubblici e la metro. Nell’istituto mi hanno insegnato, anche, a leggere e scrivere con il braille. Ho seguito poi un’attività socio riabilitativa con esercizi in palestra, momenti di condivisione tra utenti rispetto a vari argomenti come cinema o teatro, e soprattutto un laboratorio di ceramica che mi ha consentito di realizzare alcune creazioni artigianali come brocche, vasi e una biscottiera, per me quasi impensabili da poter produrre esclusivamente con la manualità. Il Sant’Alessio mi ha permesso di ritrovare un’armonia giusta con la mia famiglia e di affrontare la quotidianità non rimanendo nascosto. Ho praticato anche diversi sport tra cui il tiro con l’arco e lo showdown, una sorta di ping pong, disciplina riconosciuta della Fispic (Federazione Italiana Sport Paralimpici per Ipovedenti e Ciechi). Ancora oggi, più di una volta a settimana, mi reco in istituto per proseguire i vari progetti, incrementando così la mia autonomia”.

 

 

La signora Ernestina ha, invece, dapprima conosciuto l’Unione Italiana Ciechi e la sua delegazione presente nel territorio di Fiumicino attraverso un servizio televisivo, per poi scoprire il Sant’Alessio, che da oltre 150 anni si impegna nella riabilitazione, recupero e inclusione sociale di persone con disabilità visiva.

 

 

 

 Come è stata l’esperienza con l’istituto?

 

“Con il Sant’Alessio ho scoperto un altro mondo, una nuova modalità di intendere la vita, indipendente ed autonoma. La struttura ti aiuta in tanti modi, primo fra tutti insegnandoti l’uso del bastone, sia per camminare, che per attraversare la strada. Poi anche la formazione volta al corretto utilizzo del cellulare, con il quale oggi leggo e scrivo messaggi e mando e-mail in maniera del tutto semplice ed intuitiva. Gli operatori della struttura ti educano nell’utilizzo di un linguaggio specifico fatto di segnali, azioni ed esercizi. Oggi sono autonoma anche nella scelta del libro da leggere, che condivido con mio marito. All’interno del Sant’Alessio ho trovato sostegno psicologico ed un supporto costante anche per i familiari. Per seguire il percorso individuale occorre una estrema concentrazione che con il tempo però porta risultati quasi impensabili entrando la prima volta nella struttura.

 

 

Alla luce degli importanti risultati raggiunti in termini di autostima ed autonomia grazie al Sant’Alessio, quali sono per Aldo ed Esterina le necessità impellenti per ipovedenti e ciechi residenti nel territorio di Fiumicino?

 

“Le difficoltà più grandi si riscontrano, ad esempio, nell’utilizzo dei mezzi pubblici non conformi alle direttive europee per il trasporto di persone disabili. Anche la stessa struttura romana è abbastanza difficile da raggiungere con i mezzi messi a disposizione dal servizio sociale, con un trasporto che impiega anche tre ore per raggiungere la sede dell’istituto. Come ciechi o ipovedenti avremmo bisogno di essere maggiormente ascoltati e assistiti in loco, necessitando altresì di un luogo idoneo dove potersi incontrare. L’aggregazione, l’esempio e la vicinanza possono essere sicuramente d’aiuto per tante donne e uomini del territorio che oggi soffrono di solitudine e vivono con vergogna il loro essere non vedenti”.

 

 

 

 

 

Fiumicino Online
Fiumicino1
The OwL
Parco Da Vinci
Pubblicità Fiumicino Online
Centro Studi GoPrinz