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Nuova luce sulla presenza ebraica negli scavi di Ostia Antica

Scoperto un Mikveh, bagno rituale ebraico, nel corso delle indagini archeologiche

 

 

di Dario Nottola

 

 

Si è svolta oggi, alla presenza del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e del Rabbino Capo Riccardo Di Segni, insieme ad Alfonsina Russo, Capo Dipartimento per la Valorizzazione e il Direttore Generale Musei Massimo Osanna, la presentazione alla stampa del rinvenimento di un mikveh, bagno rituale ebraico, nel corso delle indagini archeologiche condotte all’interno degli Scavi di Ostia dal Parco archeologico di Ostia Antica in collaborazione con l’Università di Catania e il Politecnico di Bari.

 

Dopo la visita sullo scavo e la conferenza stampa, il ministro ha visitato l’Antiquarium, interessato da un progetto di rinnovamento in funzione della pubblica fruizione, e il Museo Ostiense. Il bagno rituale ebraico (mikveh) è emerso dagli scavi condotti nel Parco archeologico di Ostia Antica nei mesi di giugno e agosto 2024.

 

La campagna di scavo, realizzata nell’ambito del progetto OPS – Ostia Post Scriptum, è stata finanziata dal Ministero della cultura, tramite la Direzione generale Musei, con uno stanziamento di fondi dedicato all’esecuzione di ricerche archeologiche nell’anno 2024, dal capitolo 7515 cdr19, per un importo pari a euro 124.190,41.

 

“La scoperta di un antico bagno rituale ebraico, o mikveh, venuto alla luce nel parco archeologico di Ostia Antica rafforza la consapevolezza storica di questo luogo quale vero crocevia di convivenza e di scambio di culture, culla di tolleranza tra popoli diversi che nella civiltà romana trovavano la loro unione – ha dichiarato il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli – Esso rappresenta un unico nell’area mediterranea di età romana al di fuori della Terra di Israele e attesta quanto fosse radicata la presenza ebraica nel cuore della romanità. È proprio a Ostia che Roma accoglie e ospita i culti originari delle altre civiltà mediterranee, nel momento in cui, consolidato il suo potere in Italia, comincia a proiettarsi nel Mare Nostrum”.

 

 

“Una miscellanea di etnie e influenze – sottolinea – insieme alle due religioni monoteiste del tempo, che testimonia quanto Roma fosse ecumenica e universale. Siamo orgogliosi che questa scoperta sia il frutto della ripresa delle attività di scavo promosse direttamente dal Parco archeologico di Ostia Antica, grazie a un finanziamento del MiC che continuerà a investire risorse su questa scoperta – che da un lato ha permesso di tornare a promuovere le attività di ricerca e dall’altro di ampliare e rendere più accessibili le aree visitabili dal pubblico”.

 

“Si tratta di una scoperta assolutamente straordinaria – ha detto Alessandro D’Alessio, Direttore del Parco archeologico di Ostia Antica – in quanto non erano precedentemente noti mikva’ot di epoca romana fuori dalla Giudea, Galilea e Idumea antiche, e che non può che confermare l’entità della presenza continuativa, il ruolo e l’importanza della comunità ebraica a Ostia nel corso di tutta l’età imperiale (se non prima): dagli inizi del I (epoca cui risale la più antica iscrizione nota in Italia che menzioni Iudaei, rinvenuta nella vicina necropoli di Pianabella) al V-VI secolo, quando la sinagoga ostiense – la più vetusta del Mediterraneo occidentale (fu costruita infatti a fine II-inizi III secolo) e la sola conservata a Roma – cessò di vivere a seguito del definitivo abbandono della città”.

 

Foto Parco archeologico Ostia Antica

 

 

 

 

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