di Patrizio Pavone

La notizia della morte di Silvio Berlusconi fa il giro del mondo, in apertura dei siti dei principali media internazionali. Dalla Bbc al Guardian, dalla Cbs a Sky News, da Al Jazeera a Arab News, da Le Monde al El Pais, da Indian Times al Financial Time, da Deutsche Welle al Jerusalem Post, al Japan Times, tutti hanno la breaking news della scomparsa del Cavaliere

Milioni di italiani si interrogano, piangono, si stupiscono e forse molti anche quelli che ne gioiscono. Ma la morte è come una livella: lo sentenziava Totò, e pone anche i grandi uomini, i grandi industriali, i ricchi, i potenti al pari degli altri.
 
Berlusconi ha concluso la sua vita terrena. Impossibile non esserne toccati. Un uomo che ha riempito le cronache non solo italiane ma sicuramente di mezzo mondo, nel bene e nel male, con milioni di persone che lo osannavano ed altrettanti che lo odiavano, ma sicuramente lo rispettavano. Il Silvio che trattava con i potenti del mondo da pari a pari.
 
Un uomo dalle decine di processi, alcuni che lo hanno visto condannare ma la maggior parte che lo hanno visto assolto. Sicuramente queste preoccupazioni, legate alle tante altre che riguardavano il suo impero economico come a quello politico lo hanno lentamente minato e seppure non lo dava mai a vedere, lentamente consumato.
 
Una grande emozione, un forte colpo per ogni italiano. Impossibile non rattristarsene, non commentare con gli amici, coi colleghi di lavoro, in famiglia. Una morte soprattutto inattesa. L’uomo che ci stupiva continuamente in vita ci ha voluto regalare una dipartita altrettanto a sorpresa e clamorosa. Infatti era appena uscito da una lunga degenza ed era rientrato in ospedale solo per accertamenti.
 
Le notizie che ci erano pervenute parlavano di un normale controllo nella clinica dove era stato curato recentemente. Nessuno si aspettava che invece dovesse succedere questo tragico evento, non prevedibile, forse da nessuno.
 
La morte induce sempre al rispetto da parte di tutti. Ognuno di noi lo ha visto migliaia di volte in Tv, dal vivo ai comizi, o incontrato per strada. Aveva sempre un sorriso per tutti, una grande benevolenza, sicuramente indimenticabile tra i suoi elettori ma anche tra tutti gli italiani.
 
Una volta il fondatore del San Raffaele di Milano, don Verzè, di cui era amico e benefattore, rivelò che gli aveva chiesto "Voglio vivere fino a 150 anni per mettere a posto l’Italia", contando forse sui progressi della scienza, o forse scherzava su un suo diritto all’immortalità. Invece l’ex premier, leader di Forza Italia e fondatore di Mediaset, si è spento in quello stesso ospedale a 86 anni.