Gruppo consiliare Pd Fiumicino:”e’ questa una brutta pagina della politica”
“L’ennesimo stop al tortuoso iter della legge anti-omofobia che ha nella orgogliosa e tenace Anna Paola Concia (Pd) il suo fiero portabandiera, è la controprova dell’arretratezza culturale di una politica che non rispecchia più il volto civile di un Paese progredito come il nostro – lo afferma il capogruppo del Pd, Michela Califano che sottolinea – l’educazione civica della stragrande maggioranza dei cittadini italiani purtroppo non va di pari passo con quella dei deputati che mascherandosi dietro cavillosità tecniche e improbabili pregiudiziali costituzionali, hanno un unico obiettivo: affossare una legge giusta che mira a introdurre nel codice penale la semplice aggravante dell’omofobia”.
“Questo continuo gioco alla disinformazione, nulla c’entrano i matrimoni tra gay o le adozioni per coppie omosessuali – afferma il consigliere Pd Paolo Calicchio – rischia di acuire un fenomeno odioso che negli ultimi tempi si è intensificato in maniera preoccupante. Le aggressioni nei confronti di coppie omosessuali non possono non tener conto di un’aggravante a sfondo razzista e omofobo. E poco reggono le pregiudiziali di costituzionalità introdotte da alcuni partiti di maggioranza, tra i quali il Pdl, che tentano in questo modo di salvare la faccia distorcendo la realtà”.
“La discrasia tra ciò che avviene tutti i giorni e ciò che il Parlamento approva o discute – attacca il consigliere Alessandra Vona – è sintomatico della frattura tra il mondo reale e la politica di palazzo. Il processo breve, la norma allunga processi per evitare a Berlusconi nuovi guai con la giustizia, l’ordine del giorno per liberalizzare le armi voluto dalla Lega, le intercettazioni, tutte norme che al Paese non servono. Mentre provvedimenti ferrei per fermare odiosi episodi che fanno arretrare il nostro paese di secoli e secoli vengono cassate senza pietà”.
Infine il consigliere Silvano Zorzi: “Le parole di Gianfranco Fini, che ha sottolineato di condividere la legge sull’omofobia, il silenzio imbarazzato della Carfagna, l’appello di Scajola. Sono segnali forti. Questa legge deve essere approvata, senza se e senza ma”.