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Protesta Sindaci: chiudere anagrafe non serve

Satta:”le proteste dei sindaci del Pdl contro questa finanziaria, che siano solo sceneggiate concertate a tavolino?”

“Che i sindaci, su iniziativa dell’assemblea Anci l’associazione nazionale comuni italiani, protestino e sfilino per dire no a una finanziaria che avrà effetti nefasti sui servizi ai cittadini, può essere condivisibile. Ma se le azioni messe in campo per contrastare questi provvedimenti sono la chiusura degli uffici anagrafe e stato civile, allora non ci siamo proprio. Si tratta di un provvedimento sterile, che lascia più di un dubbio sulla sua efficacia e legittimità. E che fa sorgere qualche dubbio – e’ la dichiarazione del Capogruppo della lista civica Noi Insieme, Luigi Satta, che si prosegue ponendo la domanda – ma non si incappa in un’omissione di atti d’ufficio e nell’interruzione di pubblico ufficio?”
“Comunque la si guardi la decisione di chiudere, anche se soltanto provocatoriamente, l’ufficio anagrafe e lo stato civile rischia di trasformarsi in un boomerang e ritorcersi contro quei cittadini costretti a lunghe code per sbrigare pratiche burocratiche – sostiene Satta – e che non avrebbero nemmeno risentito di questa protesta se l’amministrazione avesse puntato su un sistema informatico all’avanguardia, come hanno già fatto altre città italiane, tagliando gli sprechi e utilizzando quelle risorse per innovare una elefantiaca macchina amministrativa”.
“Il problema, comunque, è un altro – ribadisce il capogruppo della lista civica Noi Insieme – a cosa servirà la chiusura dell’ufficio anagrafe? E a cosa sono servite le proteste dei sindaci del Pdl contro questa finanziaria? Che siano solo sceneggiate concertate a tavolino? E perché invece di protestare simbolicamente i sindaci del Pdl non hanno rassegnato le proprie dimissioni? Forse quella decisione sì, avrebbe sortito un effetto dirompente. Ribellarsi contro i partiti di appartenenza sarebbe un segnale inequivocabile e darebbe il senso di appartenenza, come dire: difendo gli interessi della mia città e non quelli di partito e dunque personali. Partiti che ormai guardano solo al sostengo elettorale e tra abolizioni di Ici sulla prima casa, temperata da una nuova ondata di rincari, e i diktat populisti della Lega, a suon di decisioni errate, stanno trascinando l’Italia nel baratro” conclude Luigi Satta.
 
 
 
 
 

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