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Gli errori del passato che tornano a bussare

Dal treno cancellato alla quarta pista: Fiumicino davanti a un bivio decisivo

 

Gentile redazione, riteniamo che nel dibattito pubblico in corso sulla realizzazione della quarta pista sia indispensabile recuperare la memoria delle scelte infrastrutturali del passato. A Fiumicino infatti, alcune vicende già vissute somigliano in modo inquietante a quanto sta accadendo proprio oggi.

 

Oltre venticinque anni fa, il sindaco Bozzetto, con l’assenso della maggioranza dei consiglieri comunali e con il sostegno, molto interessato, di operatori economici, decise di eliminare il collegamento ferroviario con Fiumicino paese. Le Ferrovie allora spingevano per la chiusura della stazione, sostenendo che i passeggeri fossero pochi e che la rimessa fosse certa. Alcuni consiglieri e cittadini – tra cui Mangione e Di Marco, che si batterono con determinazione – tentarono inutilmente di opporsi a quella scelta, così come molti pendolari che ne comprendevano il valore strategico.

 

Anche il nostro presidente, Massimiliano Mattiuzzo si schierò contro la “cancellazione” di un’infrastruttura essenziale per lo sviluppo eco-sostenibile di questo territorio, ma in nome del “progresso” e dello “sviluppo”, si decise di sacrificare il treno per fare spazio alla speculazione edilizia, realizzando i palazzi che “avrebbero abbellito l’ingresso del paese” e l’avrebbero trasformato in una “cittadina moderna”, proiettata nel futuro e a due passi dell’aeroporto.

 

Il risultato è noto. Le Ferrovie colsero la palla al balzo, vendettero i terreni su cui posavano i binari e su quelle aree, sommate ad altre, sono stati costruiti gli edifici che oggi conosciamo. Presto si salderanno con gli oltre 800.000 metri cubi di Pesce Luna, dando origine a un nuovo insediamento di circa 5.000 abitanti, con altrettanti servizi per ulteriori 400.000 metri cubi.

 

Oggi, dopo un quarto di secolo, sotto la pressione di un traffico ormai insostenibile e dei costi crescenti della mobilità privata, si avverte la necessità di riportare il treno a Fiumicino, addirittura fino al porto, ipotizzando un tracciato che taglierebbe in due proprio quell’insediamento urbano generato dalla precedente scelta miope.

 

In questi giorni, sotto un altro aspetto, la storia rischia di ripetersi. Con il progetto della quarta pista, l’attuale amministrazione – e con ogni probabilità la maggioranza dei consiglieri comunali, seppur tra qualche mugugno – si apprestano a votare a favore di un’opera presentata come “inevitabile e benefica”, con il rischio concreto che proprio il tracciato ferroviario venga presentato come una sorta di “compensazione” all’impatto della nuova pista. Un’impostazione questa che riteniamo profondamente sbagliata: il ripristino del collegamento ferroviario è una necessità per la città e per i cittadini, e non deve diventare merce di scambio.

 

Come già accaduto in passato infatti, il conto rischia di essere pagato dopo, troppo tardi e da tutti. Tra meno di venticinque anni, nel malaugurato caso di realizzazione della quarta pista, gli abitanti di Fiumicino città (non più paese) e di Isola Sacra si troveranno a convivere con un incremento drastico dei voli: dai miseri 20–30 decolli attuali a oltre 200 aerei in decollo sopra le loro teste, con conseguenze pesanti in termini di rumore, salute, qualità della vita e traffico, aggravato anche dalla presenza dei due porti.

 

Ed è per questo che riteniamo non ci si possa permettere di dimenticare gli errori del passato. E’ dunque il momento che le comunità interessate si organizzino e si oppongano ad un progetto che, insieme a quello del porto crocieristico, rischia di rivelarsi profondamente dannoso. Lamentarsi dopo, come già avvenuto in altre vicende, non restituirà né salute né vivibilità a questi luoghi.

 

Lettera inviata da: Comitato FuoriPISTA

Invia la tua lettera a: info@fiumicino-online.it

 

 

 

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