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Cosa ci mangiamo

Torniamo ai nostri prodotti


Sul nostro territorio, da Passoscuro fino alla via del Faro si mangia e si compera cibo non italiano. Gruppi agro-alimentare made in France, come del resto tante aziende produttrici di cibo e bevande si preoccupano di soddisfare la nostra fame, mettendo a disposizione prodotti che a mio parere non hanno nulla del sapore nostrano e senza un’ampia scelta, ti costringono di acquistare quello che trovi nei loro scaffali.
Dove sono finiti i nostri formaggi, quelle gustose groviere dove è finito il profumo e il gusto del nostro cibo? Tutto finito, passato, complice un’assurda politica agricola italiana.
Cassoni frigoriferi che espongono pezzi di formaggi avvolti in carta trasparente e marchiata da un’etichetta che nulla dice a prezzi esorbitanti, prosciutti stagionati o forse no, offerti in promozione ma con un sapore che fa concorrenza alla migliore plastica! La frutta, la verdura, quella migliore prende altre strade, le castagne a 8 euro al chilo e pensare che noi abbiamo i migliori castagneti d’Europa non lontano da qui!
La politica del cibo e della salute di noi tutti affidata alle multinazionali che foraggiano come vogliono e con cosa vogliono il nostro stomaco. Se solo si potesse ritornare a fare la spesa nel piccolo negozio sotto casa, dove al mattino presto arriva l’omino della mozzarella fresca,l a donnina con il paniere di uova ancora calde, il fornaio con la cesta del buon pane, il carretto trainato dal somarello, pieno di raccolto del campo e il barcaiolo scalzo e umido tra le braccia la spada di un pesce! Se solo si potesse.
 
Lettera inviata da: Alfonso Perrella
 
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