
Ue e Oms convocano riunione domani per fare il punto
Allerta massima allo scalo internazionale di Fiumicino Leonardo da Vinci per il monitoraggio dei passeggeri in arrivo dal capoluogo della provincia cinese di Hubei, la città di Wuhan, epicentro dell’epidemia causata dal virus misterioso simile alla Sars.
UNO SCANNER CONTROLLERÀ LA TEMPERATURA CORPOREA DEI VIAGGIATORI A PARTIRE DA GIOVEDÌ 23 GENNAIO, data in cui è previsto il prossimo volo diretto da Wuhan all’aeroporto di Roma Fiumicino. È quanto ha predisposto il Ministero della Salute che per scongiurare la possibilità che il virus arrivi in Europa, ha deciso di attivare un canale sanitario dove i passeggeri dovranno indicare attraverso un questionario, la destinazione e il percorso una volta sbarcati. A renderlo noto è il ministero stesso che in una nota diffusa dall’ANSA spiega “è attiva una rete di sorveglianza sul nuovo coronavirus (2019-nCoV). La situazione è monitorata dal Ministero della Salute che è in contatto continuo con le autorità sanitarie internazionali”. “Al momento – conclude il dicastero – WHO/OMS ed ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ritengono la probabilità di introduzione del virus nell’Unione Europea moderata”
MA A FIUMICINO I CONTROLLI SI SVOLGERANNO GIÀ A BORDO DEGLI AEREI. L’autorizzazione dell’apertura dei portelloni e la conseguente discesa dei passeggeri, verrà data solamente se la verifica poco dopo l’atterraggio avrà esito negativo. Il comandante del volo dovrà infatti comunicare via radio, se durante il viaggio qualche passeggero abbia manifestato sintomi riconducibili alla “misteriosa polmonite” di cui tosse, febbre, raffreddore, mal di gola e grave affaticamento polmonare ne sono i principali campanelli d’allarme.
In caso contrario, il passeggero contagiato sarà immediatamente portato per accertamenti presso l’Istituto Nazionale Malattie Infettive L. Spallanzani di Roma.
VADEMECUM IN AEROPORTO Nel frattempo, all’interno della zona partenza per Wuhan e in quella arrivi, oltre ai controlli di sicurezza del Terminal 3 dello scalo romano, sono stati posizionati già in mattinata diversi cartelli e totem informativi in merito al virus. Un vademecum per il viaggiatore, che, tra i consigli del ministero della Salute, si legge quello di “consultare il vostro medico curante per essere informati sulle misure di igiene da applicare per prevenire le malattie respiratorie e vaccinarsi contro l’influenza almeno due settimane prima del viaggio”, e “l’opportunità di rimandare viaggi non necessari“.
Sempre sulla locandina “all’arrivo applicare misure igieniche quali lavare frequentemente le mani con acqua e sapone; coprire la bocca ed il naso con un fazzoletto quando starnutite o tossite (non con le mani)”. Ed ancora, tra l’altro, rivolgersi “ad un medico o una struttura sanitaria qualora compaiano sintomi di infezione respiratoria (febbre, difficoltà respiratorie).
Al ritorno in Italia, inoltre, si legge ancora, “se nelle due settimane successive si dovessero presentare sintomi respiratori, a scopo precauzionale, contattate il vostro medico di fiducia, riferendo del vostro recente viaggio“.
UE, DOMANI UNA RIUNIONE PER FARE IL PUNTO
A quanto si legge su una notizia pubblicata da ANSA nel pomeriggio, un portavoce della Commissione europea fa sapere che “una riunione con gli Stati membri c’è già stata il 17 gennaio e ne è stata convocata una per domani dopo una nuova valutazione del Centro europeo di controllo e prevenzione delle malattie (Ecdc)”. Prosegue, “l’organizzazione mondiale della sanità non ha raccomandato restrizione sui viaggi, e anche il comitato d’urgenza dell’Oms si riunirà domani”.
COSA SAPPIAMO SUL VIRUS Il nuovo virus, a quanto riporta il The Guardian, potrebbe essere causato da un nuovo tipo di coronavirus (2019-nCov) ed è misterioso in quanto emergente e senza ancora una patogenicità definita. Confermata la trasmissione da uomo a uomo, secondo i ricercatori ad oggi impegnati nello studio della sua mappa genetica, sembrerebbe simile ad una “polmonite virale dalle cause sconosciute”. Un flashback da incubo che ci riporta nel lontano 2002/2003, gli anni in cui la SARS (severe acute respiratory syndrome) mise a tappeto una trentina di paesi in tutto il mondo causando 813 decessi.
Ma sul nuovo caso, la dottoressa Ilaria Dorigatti, del MRC Centre for Global Infectious Disease Analysis Imperial College London, rassicura durante un’intervista su Sky TG24 in cui si chiedevano spiegazioni sul virus. “E’ simile alla SARS – ha commentato – questo però non significa necessariamente che sia così severo in termini di mortalità come lo è stata la SARS. È troppo presto per dire se c’è da suonare il campanello d’allarme o no”.
Non ha ancora un nome, dunque, ma continua a mietere vittime soprattutto in Cina dove se ne contano già 6, mentre cresce il numero dei contagi, circa 291 in tutto per il momento. Casi segnalati fuori dal capoluogo cinese, si registrano a Pechino e Guandong in Cina, in Thailandia, Giappone e Corea del Sud, a cui, se confermati, si aggiungono i casi in Australia e Filippine.






