
Cini: “Lavori, sollecitati a gran voce dal Sindaco Montino, necessari per evitare il pericolo di crollo”
Proseguono i lavori per la messa in sicurezza dell’area del “Porto della Concordia”. La prossima settimana, tempo permettendo, inizieranno i lavori di rifioritura delle difese a mare. Urgente l’intervento sul piazzale del Faro per evitare allagamenti.
“Finalmente, dalla prossima settimana, dovrebbero iniziare i lavori, sollecitati a gran voce dal Sindaco Montino, per consolidare le difese a protezione del vecchio Faro, sempre più inclinato, necessari per evitare il pericolo di crollo” lo dichiara Roberto Cini, Direttivo Circolo PD ‘Aldo Moro’.
“Intanto – spiega Cini – la ditta aggiudicataria dell’appalto, in linea con i tempi del crono programma, dopo lo smaltimento dei cumuli di rifiuti portati dalle mareggiate, sta effettuando i lavori per la messa in sicurezza dell’area consistenti nel consolidamento della recinzione, nel posizionamento di circa 50 pali di illuminazione e 15 telecamere per la video sorveglianza. Entro il mese di luglio dovrebbe inoltre essere ultimata l’istallazione degli impianti e riaperta l’area di fronte ai bilancioni. Rimane ancora da chiarire la competenza sull’area del piazzale antistante il Faro, a ridosso delle scogliere, dove sarebbe necessario intervenire, prima dell’autunno, per evitare i frequenti allagamenti che ne impediscono la fruizione”.
“A rigore di logica ad effettuare i lavori dovrebbe essere la ‘Concessionaria IP’ se veramente l’intenzione è quella di riprendere i lavori per la realizzazione del Porto della Concordia – sostiene Cini – ma, in ogni caso, l’intervento deve essere fatto in tempi brevi anche per evitare una nuova ondata di rifiuti in occasione delle mareggiate realizzando la rifioritura delle scogliere all’altezza del cancello dell’area di cantiere dove, a suo tempo, la Regione non è potuta intervenire essendo l’area sottoposta a sequestro giudiziario. In alternativa l’Amministrazione, dopo aver intimato alla Concessionaria di intervenire, potrebbe effettuare i lavori ‘in danno’ addebitando poi i costi alla IP”.