Commodo: “Ostia e Fiumicino hanno strutture scolastiche decisamente inadeguate rispetto all’incremento della popolazione”
di Gianluca Zanella
Dopo le segnalazioni di questi giorni riguardo il disagio creato dal rifiuto del liceo Anco Marzio di permettere l’iscrizione agli studenti di Fiumicino, abbiamo incontrato il dott. Francesco Commodo, preside dell’istituto comprensivo di Torrimpietra e Delegato alla Scuola del comune di Fiumicino, per comprendere meglio il problema e capire le possibili soluzioni.
“Il problema è tecnico – ci ha spiegato il dott. Commodo – Ostia, come anche Fiumicino, ha strutture scolastiche decisamente inadeguate rispetto all’incremento della popolazione. Ogni consiglio d’istituto fa dei regolamenti e il regolamento di ogni scuola è quello di dare la precedenza agli studenti del proprio comune. Anche se Fiumicino è geograficamente vicina a Ostia, il comune è diverso. Di conseguenza, il regolamento dell’Anco Marzio, come quello di ogni altra scuola, prevede prima l’inserimento dei residenti in quel comune e poi gli altri”.
Il preside fa qualche numero: “Fiumicino città contava, quando furono inaugurate quelle scuole che ci sono ancora oggi, 20.000 abitanti. Oggi il numero si aggira attorno ai 40.000. le strutture però sono rimaste le stesse. Abbiamo cercato di creare nuovi spazi, abbiamo tramezzato le aule magne delle scuole, abbiamo eliminato le aule riservate ai professori o alla mensa, pur di creare nuove aule”.
Un problema serio. I ragazzi ormai non entrano più per mancanza di spazio e formare classi da 30/32 elementi sarebbe controproducente per la didattica.
Dalle parole del preside emerge dunque un quadro poco incoraggiante: “Non è che il liceo Anco Marzio sia felice di respingere le iscrizioni da Fiumicino. È un problema effettivo e di difficile soluzione. La scuola in sé non ha colpe”.
Ci viene spiegato che per quanto riguarda gli istituti superiori, la loro gestione dipende non dai comuni (come per le scuole dell’infanzia, fino alle medie) ma dalla Regione, che dovrebbe occuparsi della manutenzione e della costruzione di eventuali nuove strutture. Il comune, in tutto, questo, ha le mani legate.
“L’unica soluzione – dice Commodo – è costruire nuove scuole. L’ampliamento del plesso di via Coni Zugna è in programma da due anni, ma servono i soldi. Si comincia a porre il serio problema di non sapere dove mettere i ragazzi e le ragazze dal prossimo anno”.
Chiediamo, in chiusura, quale potrebbe essere la soluzione al problema e i tempi. Il dott. Commodo scuote la testa: “Si parla di anni. Queste sono spese che vanno messe a bilancio, non è una cosa che si risolve da un giorno a un altro. L’unica soluzione, per chi voglia attualmente seguire un certo percorso di studi, è quella di andare a Roma”.
In conclusione, nessuno sembra sapere tra quanto tempo la situazione rientrerà nella norma. Nel frattempo cercheremo di fare ulteriore chiarezza, quanto meno per capire se viene effettuata una qualche tipo di pressione sul comune di Roma, tramite gli organi competenti del nostro comune, affinché tutto si risolva nel minor tempo possibile.
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