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Salute. In Scozia vietati i colpi di testa ai calciatori under 12: “Rischio demenza”

Dal Garante dell’Infanzia del Comune di Fiumicino, Roberto Tasciotti, la lettera al presidente del Coni Lazio

di Fiumicino Online
 
Stop ai colpi di testa: la Football Association scozzese li ha vietati ai calciatori sotto i 12 anni.
Provvedimento per adesso unico in Europa preso per scongiurare i rischi di demenza in età adulta. Studi recenti, tra i quali uno condotto dall’Università di Glasgow, avrebbero sottolineato infatti la correlazione diretta tra i colpi di testa nel calcio e le malattie neurodegenerative, evidenziando un rischio 3,5 più elevato nella popolazione dei calciatori rispetto a quella generale.
 
La Scozia è passata dunque ai fatti con il divieto che riguarderà gli allenamenti degli under12. “Ho letto con apprensione la decisione presa dalla Federazione calcio scozzese in merito all’abolizione dei colpi di testa in età giovanile, dopo lo studio scientifico che ha dimostrato una probabilità maggiore di demenza proprio a causa della somma dei colpi di testa” Ha dichiarato il Garante dell’Infanzia del Comune di Fiumicino, Roberto Tasciotti autore della lettera indirizzata al presidente del Coni Lazio.
 
“La Scozia – prosegue – per il momento, è il primo Paese in Europa ad attuare questa misura, dopo l’adozione della stessa degli Stati Uniti nel 2015, a seguito di clamorosi scandali di ex sportivi professionisti colpiti dalla demenza, in particolare nel football americano”.
 
“Considerato che la ricerca è stata condotta – spiega Tasciotti – su oltre settemila ex-calciatori professionisti scozzesi nati tra il 1900 e 1976, è così emersa una mortalità media 3,5 volte più alta per malattie neurodegenerative (1,7% contro lo 0,5%), un aumento di 5 volte maggiore dell’Alzheimer, 4 volte per le malattie del motoneurone (tra cui la Sla) e doppio per il Parkinson”. 
 
“Il rischio deriverebbe non dai colpi forti presi alla testa ma dal conto totale degli impatti accumulati negli anni di pratica calcistica. Un giocatore colpisce la palla con la testa in media 6-12 volte a partita (ma in allenamento molto di più), il che significa migliaia di volte nell’arco della vita. A seguito di questi studi – conclude Roberto Tasciotti – credo che sia importante fare chiarezza e per questo ho voluto, con la mia lettera ho voluto sensibilizzare il Presidente del Coni Lazio, per invitarlo ad intervenire presso le autorità sportive competenti, visto che i risultati della ricerca sono allarmanti”.
 
 
 
 
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