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Pizzo del Prete: Il Comitato “MOBASTAPIZZODELPRETE” chiede un compromesso tra energia rinnovabile e patrimonio culturale

Giuliacci: “La nostra è una battaglia per la tutela del territorio”


di Alessandra Lo Franco
 
E’ di pochi giorni fa il comunicato stampa diffuso dal Comitato MOBASTAPIZZODELPRETE riguardante la controversia sul vincolo paesaggistico che interessa la zona di Pizzo del Prete, un luogo ricco di storia e cultura situato nei pressi della Banditaccia di Cerveteri. L’area, designata dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità nel 2004, contiene importanti testimonianze etrusche e romane, nonché i resti del borgo medievale di Castrum Campanilis, tra cui la rocca, le mura, le grotte, le torri, la chiesa e il colombaio.
 
Da tredici anni, si discute sul vincolo di PIZZO DEL PRETE, area scelta per ospitare un impianto di fonti energetiche rinnovabili (FER). Dopo numerosi dibattiti, come riportato nel comunicato (Clicca qui)  Marcello Giuliacci, portavoce di MOBASTAPIZZODELPRETE, ha ribadito la necessità di un confronto con gli enti competenti e l’amministrazione, per trovare una soluzione che eviti la distruzione dell’area e permetta la coesistenza delle diverse realtà: quelle legate alle energie rinnovabili, all’agricoltura, al paesaggio ed ai beni culturali.
 
“Qualche settimana fa, abbiamo appreso di una sentenza del TAR del Lazio che, sostanzialmente, respinge il Decreto Ministeriale che istituiva il vincolo paesaggistico nella zona nord del Comune, esteso su circa 5mila ettari ma che, nella pratica, tutelava solo 500-600 ettari di Castel Campanile-Pizzo del Prete-Le Macchiozze e un’altra piccola parte ad Aranova – ha sottolineato Giuliacci – Attualmente, l’avvocatura di Stato, su incarico del Ministero dei Beni Culturali, ha presentato un ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR. Siamo quindi in attesa di ulteriori sviluppi e, nel frattempo, invieremo una copia delle 3.432 firme dei cittadini, a sostegno della richiesta di vincolo paesaggistico, al Sindaco Baccini ed al Presidente del Consiglio Severini”.
 
È importante sottolineare che la nostra proposta fu già sostenuta in passato, sia dalla amministrazione Montino che dagli allora membri dell’opposizione, attualmente esponenti della maggioranza – commenta Giuliacci facendo riferimento alle delibere comunali del 2018/19, da cui si evince il parere favorevole di tutti i partecipanti al consiglio sulla richiesta del vincolo – confidiamo quindi in un intervento mirato alla salvaguardia dei luoghi in oggetto ed all’accoglimento della  nostra richiesta di intervento nei confronti di una situazione che altrimenti modificherebbe profondamente l’identità dei territori”.

“Sarebbe un epilogo inevitabile se tutti gli agricoltori decidessero di abbandonare la loro attività per trarre vantaggio esclusivamente all’affitto dei terreni destinati alle aziende di energie rinnovabili – ribadisce il portavoce – Basterebbe sancire che le aziende agricole non possono avere il 100% della superficie convertita in produzione di energia, ma solo una parte, per salvare le aziende e far si che il contributo di produzione di energia rimanga a sostegno del reddito, e non come fonte primaria di guadagno”.

E’ necessario trovare un compromesso tra la bellezze paesaggistiche del territorio e l’esigenza di produzione di energia” Conclude Giuliacci, ribadendo che il Comitato e i cittadini firmatari non sono contrari alle energie rinnovabili,  che anzi possono contribuire allo sviluppo della dimensione multifunzionale delle imprese agricole, ma è necessaria una soluzione che non escluda il resto; bellezza, cultura e tradizioni.
 
 
 
 

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