
“Abbiamo sentito l’esigenza di un momento di confronto tra la popolazione di Fiumicino”
di Dario Nottola
Una mobilitazione popolare, attraverso un corteo, tra fine maggio e metà giugno, per dire no alla realizzazione, a Fiumicino, del porto turistico con funzione crocieristica nella zona del vecchio Faro, dove anni fa fallì, tra controversie giudiziarie, il progetto del Porto della Concordia. È una delle proposte lanciate oggi a Fiumicino in un’assemblea in piazza Grassi dal Collettivo No Porto.
“A seguito dell’acquisto da parte di Royal Caribbean del ramo d’azienda fallimentare di IP, che ha ereditato la concessione per il porto turistico proponendo una variante per l’attracco di navi crocieristiche – hanno detto i rappresentanti del Collettivo, che hanno attivato anche una petizione – abbiamo sentito l’esigenza di un momento di confronto tra la popolazione di Fiumicino, di fatto esclusa da ogni processo decisionale”.
Il Collettivo ed altri interventi, nel corso dell’assemblea, hanno portato “aggiornamenti della situazione del cantiere ormai in mano a Royal Caribbean”.
Tra questi David Di Bianco, portavoce del I Tavoli del Porto, che riunisce oltre trenta associazioni del territorio, ha ribadito le perplessità, sull’inadeguatezza dei fondali e per la navigabilità, ed i rischi di impatto, sulla costa, sulla viabilità e sull’equilibrio agricolo del territorio, potenzialmente derivanti dalla realizzazione.
“Dobbiamo fare capire alla popolazione che i progetti faraonici sono insostenibili per questo territorio e che le ricadute economiche per l’indotto sarebbero scarse, non portano posti di lavoro – ha messo in evidenza David Di Bianco – non abbiamo una vocazione crocieristica perché non ci sono mai state le condizioni per far attraccare navi da 300mila tonnellate. L’area si può recuperare invece con un turismo sostenibile con buona occupazione, con i bilancioni storici, e riqualificando il Faro“.
“È necessaria la costruzione condivisa di una mobilitazione popolare per opporsi a questi piani di sviluppo che riteniamo nocivi per la salute ed il benessere della popolazione” hanno voluto sottolineare i promotori.






