
Entrambi gli eventi si terranno al Parco Letterario Pier Paolo Pasolini.
Il 2 novembre è in programma, ad Ostia, un doppio appuntamento per commemorare Pier Paolo Pasolini, a 47 anni dalla scomparsa e nel 100° anno della nascita. Entrambi al Parco Letterario Pier Paolo Pasolini, nella zona in cui venne ucciso, il primo momento sarà alle 10.30 con la commemorazione promossa dal CHM Oasi Lipu di Ostia e dal Parco Letterario Pier Paolo Pasolini; alle 15.30 l’ultima tappa del ciclo di incontri organizzato dalla Fondazione Treccani “Cultura per riflettere” sull’attualità del pensiero del grande scrittore, poeta, autore e regista cinematografico e teatrale, nel centenario della sua nascita (Bologna, 5 marzo 1922): “In viaggio con Treccani nella poetica di Pasolini”.
La tematica verrà affrontata, nel pomeriggio, con un dialogo tra due personalità del panorama culturale italiano: Christian Raimo, scrittore, giornalista ed insegnante, ed Elio Pecora, poeta, narratore e drammaturgo. Condurrà l’incontro Cristina Faloci, autrice e conduttrice di Radio3. Parteciperanno all’evento le classi 5I e 5D del Liceo “Anco Marzio di Ostia.
Nella notte tra l’1 ed il 2 novembre di 47 anni fa, Pier Paolo Pasolini venne ritrovato privo di vita in un campetto da calcio nei pressi dell’idroscalo. Nello stesso luogo, al centro del CHM Oasi Lipu di Ostia, da anni è sorto il Parco letterario a lui dedicato, grazie al quotidiano lavoro di cura e manutenzione portato avanti dai volontari Lipu.
Organizzata dal CHM Oasi Lipu e dall’artista Mario Rosati, la commemorazione del mattino comprenderà un momento di ricordo del poeta e regista presentato dal vice presidente nazionale della Lipu, Alessandro Polinori, ed aperto a cittadini, artisti, scrittori, poeti. Da luogo di morte e di degrado ad esempio di recupero ambientale e di coinvolgimento sociale, nel sito venne realizzato da Mario Rosati il monumento a ricordo del tragico evento che spezzò la vita di Pasolini nel luogo stesso dove venne ritrovato il corpo.
Sempre ad Ostia, il 2 novembre in via Sartena 30/32, presso la Galleria d’arte “Arteka 32” (dalle 17,30 alle 19) è in agenda lo Storytelling “Pier Paolo Angelo e Demoni, Pasolini 1922-2022” ideato e realizzato dagli scrittori di gialli Max e Francesco Morini e dedicato a Pier Paolo Pasolini. Il filo conduttore è una speciale narrazione, con racconti, letture, immagini e musica per conoscere l’umanità complessa e tormentata del più grande intellettuale italiano del Novecento, in compagnia degli scrittori Max e Francesco Morini del loro storytelling leggero e coinvolgente e con il contributo critico del giornalista Rai Gianni Maritati.
La rappresentazione ha il patrocinio del X Municipio, della Pro Loco Ostia Mare di Roma. Max e Francesco Morini sono autori teatrali e televisivi, dirigono la Scuola di Scrittura “Pensieri e Parole” di Roma. Tutti i loro romanzi nascono dalla volontà di unire due grandi passioni: quella per i polizieschi e quella per la loro città, Roma. La Newton Compton ha pubblicato le loro opere: “Nero Caravaggio”, “Rosso Barocco”, “Il giallo di Ponte Sisto”, “Il mistero della casa delle civette” e “Mozart deve morire”.
“La morte di Pier Paolo Pasolini è uno dei più famosi “gialli” della nostra storia recente – spiegano Max e Francesco Morini – arrivato a una sentenza definitiva in tribunale ma che nell’ immaginario pubblico rimane avvolto dal mistero. Ma alla fine il fatto che lo scrittore sia stato ucciso per ordini “dall’alto”, sia stato lasciato uccidere o si sia lasciato uccidere in un’onda di consapevole autodistruzione, in fin dei conti, dopo quasi cinquant’anni, ha poca importanza. Quello che ha veramente importanza è che Pasolini, in tutta la sua opera, ha il coraggio di scoprire il Velo di Maya, di aprire il Vaso di Pandora della società di massa e dello stato borghese facendo sì che i suoi demoni-inferici escano alla luce e siano perfettamente riconoscibili”.
“Un altro grande artista omosessuale, Oscar Wilde, – sottolineano gli autori – aveva avuto il coraggio di farlo con l’ipocrisia vittoriana pagando con il carcere e i lavori forzati; Pierpaolo lo fa con la cultura dell’Italia del dopoguerra, con una libertà assoluta che significa anche solitudine assoluta. Con i suoi primi romanzi “Ragazzi di vita” e “Una vita violenta” e poi con il suo esordio cinematografico, “Accattone” nel 1961, in piena “Dolce Vita” felliniana, mette in scena i dimenticati, i reietti, gli esclusi dal boom economico.
Demoni del sotto-proletariato che la democrazia ha abbandonato a sé stessi a cui però PPP riconosce uno status speciale, dotato di unicità, grazia e purezza. Ne fa, insomma, degli angeli (esattamente come Caravaggio che trasfigurava plebei e prostitute in Santi e Madonne), “cristiano” e comunista non ortodosso e innamorato di una visione evangelica della vita, fedele agli “ultimi”.
“Una vita intensa e creativamente multiforme quella di PPP – aggiungono – condannata come scandalosa dai suoi contemporanei, in cui i suoi angeli tornavano a essere i demoni delle sue notti, senza mai abbandonarlo. Fino all’ultima notte di Ostia”, è sottolineato.
Foto di Jenny Biermann






