
“Gli occhi sgranati dei bambini, durante il loro salvataggio, rimarranno scolpiti nella nostra memoria”
di Fiumicino Online
Come avete già letto nel nostro articolo, pubblicato il 24 novembre scorso, ha fatto rientro nel porto canale di Fiumicino la Motovedetta CP284 della locale Guardia Costiera, terminato il lunghissimo periodo di 80 giorni, che l’hanno vista operare in prima linea nel complesso teatro di operazioni del Mediterraneo Centrale, salvando la vita ad oltre 400 migranti tra donne, uomini e bambini. È lì infatti che da mesi ormai si consuma quotidianamente una vera e propria emergenza umanitaria, dai risvolti sempre più impattanti e senza precedenti. L’aver compiuto questa missione a favore del prossimo resterà indelebile nella mente degli 11 uomini dell’equipaggio, per questo abbiamo voluto ascoltare il racconto di Fabrizio Alessandro, comandante della motovedetta CP 284.
“Nel mese di settembre siamo partiti per Lampedusa dove c’è la sede per il salvataggio di vite umane nel Mediterraneo centrale – ricorda Fabrizio Alessandro comandante della motovedetta CP 284 in missione a Lampedusa – la mia unità è stata rischierata nel porto di Lampedusa, alle dipendenze della settima squadriglia Guardia Costiera, dal 7 settembre al 22 novembre scorso. La missione si è articolata alternando, uscite in mare programmate di pattugliamento a missioni di ricerca e soccorso, legate a segnalazioni di migranti in difficoltà”.
“Sono state imbarcate e messe in sicurezza sulla nostra motovedetta, 418 persone tra uomini, donne e minori. Ormai l’esperienza acquisita nel corso degli anni – ha sottolineato Fabrizio Alessandro – fa si che questo tipo di operazioni avvenga con una certa routine. Non sono mancati però momenti di tensione come in alcune circostanze ad esempio, durante l’avvicinamento ai cosiddetti ‘barconi’ in condizioni di mare agitato e ovviamente in presenza di bambini i cui occhi sgranati, rivolti verso le braccia degli uomini del mio equipaggio, mentre venivamo presi a bordo, rimarranno scolpiti nella memoria e costituiranno per noi un inestimabile bagaglio di esperienza di vita”.
“Il nostro è senza dubbio un mestiere unico, a volte ci porta a vivere situazioni molto difficili dal punto di vista emotivo altre volte esperienze indimenticabili. Al netto di tutto questo – conclude Fabrizio Alessandro comandante della motovedetta CP 284 – posso solo dire di essere un privilegiato non fosse altro che per i volti sorridenti e commossi che ci hanno accolto in banchina al rientro dalla nostra missione”.






