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Il “Museo storico dei Carabinieri” rischia di traslocare nella Capitale (VIDEO)

Alcune divise all'interno del Museo Storico dei Carabinieri

I locali in via Bramante sono oggi inadeguati per la crescita dell’esposizione che ha bisogno di nuovi spazi

 

di Umberto Serenelli

 

Il “Museo storico dei Carabinieri” corre il rischio di cambiare casa perché i locali in via Bramante si stanno rivelando inadeguati. Infatti, l’assenza di spazi espositivi per mettere in vetrina i numerosi “gioielli” della gloriosa storia dell’Arma ha costretto l’Associazione nazionale dei Carabinieri di Fiumicino a individuare ambienti con una maggiore disponibilità che si trovano però nella Capitale.

 

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“I circa 300 metri quadrati in cui si articola il museo sono oggi insufficienti e ci impediscono di crescere – commenta Fausto Del Vecchio, presidente dell’Associazione –. Ci troviamo con un magazzino pieno di materiale, con tanto di divise e cimeli d’epoca che non possiamo far apprezzare in quanto non disponiamo di spazi. Nostro malgrado, stiamo per raggiungere un accordo attraverso il quale predisporre il trasferimento a Roma, nella Città militare della Cecchignola, dove ci verrà concesso, in comodato d’uso gratuito dell’Esercito, un capannone da adibire a esposizione. Questa nuova soluzione ci consentirà di creare un percorso di visite, cosa che non riusciamo a proporre oggi agli studenti e ai privati, a causa dei limiti dettati dalla sicurezza. Ci dispiace lasciare Fiumicino, dove è nato questo progetto che parla della nostra storia a partire dal 1814”.

 

Fausto del Vecchio, Presidente Associazione nazionale dei Carabinieri di Fiumicino

 

Una grossa perdita e un rilevante danno di immagine per il Comune costiero, che vede il trasferimento di una delle collezioni private tra le più importanti a livello italiano, dedicata alla memoria del maresciallo maggiore Ugo Del Vecchio, che negli ultimi anni ha registrato un incremento del numero di uniformi d’epoca, gran parte originali, fino a superare la soglia delle 220.

Attualmente il museo mette in mostra pezzi veramente pregiati, come la ricostruzione di una trincea della prima guerra mondiale con la presenza di una mitragliatrice Fiat del 1915. L’attenzione del visitatore viene catturata dalle biciclette, sempre del primo conflitto bellico, e dagli elmetti appartenenti a caduti, oltre a una teca dove sono conservate piastrine di caduti per difendere il territorio italiano.

Una vera “chicca” è la riproduzione di una postazione da campo, allestita da un reparto in prima linea, con tanto di cassetta di equipaggiamento, maschere antigas, posto branda, completa di armamento in dotazione, vicino a due manichini che indossano le uniformi di colore grigio-verde. Originali le collezioni con storie toccanti narrate dalle tante uniformi indossate dai manichini e corredate da fotografie di varie epoche, custodite vicino a una bandiera del Regio Esercito dominata dalla scritta: “Nei secoli fedele”.

 

 

C’è anche un particolare tricolore, riposto gelosamente in una teca, che presenta ancora l’alone del sangue di un Carabiniere morto per difenderla. Il percorso di visita si dipana tra le prime divise della fondazione del Corpo per proporre poi quelle del periodo che risale al Risorgimento, delle due guerre mondiali, della campagna d’Africa, fino a quelle attuali.

 

Fanno parte degli ultimi arrivi le uniformi anti-bracconaggio, utilizzate dai militari sulle orme del bandito Giuliano in Sicilia. Il museo si è di recente arricchito di un’uniforme indossata da un maresciallo presente alla tragedia di Nassiriya. Preziosa anche quella dei carabinieri volontari della guerra in Spagna del 1936, appartenente alle “Fiamme nere”. In mostra anche una “Spencer” del 1840, bordata di pelliccia nera di astrakan, con la giacchia che veniva indossata alla ussara. In una stanza sono esposti 300 modellini di aerei, carri armati e mezzi dei militari dal 1930 al 1970. È un vero peccato che tutto ciò debba fare le valigie per recarsi nella Capitale. Faccio quindi appello all’amministrazione di Fiumicino e alla sensibilità del Sindaco affinché si trovi quanto prima una soluzione per impedire il trasloco del museo, che è una ricchezza per Fiumicino che molti ci invidiano.

 

 

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