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Fiumicino, scuola G.B.Grassi, maestra trasferita per errore di un algoritmo

Genitori e alunni scrivono una lettera al ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi


di Rosanna Somma
 
Mancano pochissime ore al suono delle campanelle. Anche gli alunni della scuola Madonnella di Isola Sacra, attendono di rientrare nelle loro aule ritrovando le loro affezzionate maestre.
 
Tranne una: la classe IV M che, a causa di un errore di un algoritmo, si vedrà privata della storica insegnante, punto di riferimento dei piccoli alunni.
 
In seguito alla notizia, tutti i genitori si sono rivolti al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, con un’accorata lettera nella quale si chiede di provvedere al reintegro, della maestra, nella sua classe.
 
LETTERA

Caro ministro Bianchi,
 
siamo genitori di bambini di una classe dell’Istituto scolastico G.B. Grassi di Fiumicino, precisamente, la futura IV M del plesso Madonnella. A pochi giorni dall’inizio di un nuovo anno scolastico, una classe di  Bambini di 9 anni ha appreso che loro maestra sarà assegnata ad un altro istituto, a causa del malfunzionamento di un algoritmo.
 
Questo è quanto valgono i nostri Bambini. Questo è il valore delle loro vite, dei loro affetti, della loro crescita: un algoritmo.
 
Bambini che hanno trascorso ore davanti ad uno schermo, che hanno imparato a rispettare il loro turno, che sono andati avanti anche quando maestra non ti vedo! Maestra, la connessione è lenta! Puoi ripetere?, che hanno pianto a fine anno insieme alle loro maestre, che si sono salutati, sempre attraverso uno schermo! Bambini che hanno accettato di tornare a scuola imbavagliati, distanti. Bambini che hanno sofferto l’impossibilità di un abbraccio, di una carezza, ma felici di poter essere finalmente insieme. Bambini che hanno accettato di non giocare, di non alzarsi, di farsi disinfettare continuamente.
 
Bambini, i nostri, che hanno accettato di dividersi, perché le classi non erano abbastanza ampie da consentire la dovuta distanza, di farsi spostare come pedine su una scacchiera.
 
Bambini, i nostri, che hanno sofferto già, la separazione da una delle loro maestre, a causa di un trasferimento.
 
Bambini, i nostri, che sono tornati a scuola senza sapere, senza chiedere. Avevano solo una certezza: la loro maestra, il loro punto di riferimento, colei che li ha accolti dal primo giorno di prima elementare, colei che li ha sostenuti nei momenti difficili.
 
E, mi permetta, i nostri Bambini, di momenti difficili, ne hanno già vissuti troppi. E ora, ad un passo dall’inizio, un algoritmo ha deciso di spostare la loro maestra, la maestra che distrattamente i nostri bambini chiamano mamma.
 
Sì, mamma. Perché si affidano, perché la scuola non è solo numeri e lettere, perché la scuola non è solo la burocrazia, perché la scuola non è solo ‘togliamo i voti e mettiamo i giudizi, perché i bambini altrimenti si demotivano’.
 
Però, poi se si cambia la maestra in Quarta Primaria, come vi piace chiamarla ora, non importa a nessuno! La scuola insegna, costruisce rapporti, forma caratteri, ci fornisce le basi per poter affrontare la vita, per saper rispettare, per saper ridere, per saper essere seri. La maestra guida, accoglie e resta. Sì, resta. Perché sfido chiunque a non ricordare la maestra delle elementari, a non ricordare gli abbracci o quel brutto voto che tanto ci ha insegnato.
 
Abbiamo tollerato tutto, siamo andati avanti, abbiamo fatto i salti mortali per cercare di rispettare tutte le nuove regole, ma questo No. Questo non possiamo accettarlo, non possiamo accettare che un algoritmo decida per i nostri bambini. Per i bambini del  2021, che ci hanno insegnato come si affronta una pandemia, che ci hanno insegnato a ridere con gli occhi, perché le bocche non possiamo ancora vederle.
 
Ma stavolta non restiamo imbavagliati e protestiamo. Protestiamo perché vogliamo la Nostra Maestra, vogliamo che accompagni i nostri Bambini nel loro  percorso di crescita, vogliamo la nostra maestra perché non siamo macchine, non siamo numeri, non siamo intercambiabili. Perché non lasciamo che le emozioni dei nostri bambini vengano distrutte da un computer.
 
Con questa lettera speriamo di poter sostituire, per una volta, una macchina con un cuore. Speriamo che qualcuno, dall’alto, ascolti i nostri bambini, tanto piccoli, ma così immensi da insegnarci la vita.
 
Rispettosamente,
i genitori della IV M”.
 
 
 
 

 
 

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