In realtà, anche se quest'anno se ne sente maggiormente parlare in quanto contiene norme studiate per minimizzare il rischio di diffusione del Covid-19 all'interno degli istituti scolastici, il Patto Educativo di Corresponsabilità è già prescritto dal D.P.R. n. 249 del 1998, noto come "Statuto delle Studentesse e degli Studenti". Esso è nato per affermare e diffondere la cultura dei diritti e dei doveri fra gli studenti, i docenti e tutto il personale delle Istituzioni scolastiche.
"Noi non contestiamo ciò che è stato deciso dalla Ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, in accordo con i Sindacati - spiega una delle mamme - ma ci rifiutiamo di accettare una postilla che la nostra Dirigente scolastica ha deciso di aggiungere ad integrazione di quanto deciso e normato all'interno del Patto".
Nella postilla, approvata dal Consiglio d'Istituto, si legge che al mostrarsi dei sintomi "in via precauzionale, si procederà in tutti i casi all'applicazione della procedura descritta: il DS segnalerà al presidio Asl di riferimento, indicando il nominativo del soggetto sospetto".
"Noi contestiamo proprio questo - spiega la mamma - non compete al Dirigente scolastico segnalare i dati del bambino alla ASL. Tale postilla, aggiunta dall'Istituto in data sette settembre, ad integrazione del Patto di corresponsabilità, rappresenta una forma di azione coercitiva, attraverso la quale vengono elusi i diritti dei genitori ed esclusi ben quattro bambini dall'istruzione obbligatoria, come previsto dalla Costituzione italiana”.
“Inoltre - incalza il genitore - non compete al Dirigente trasmettere i dati di minori alla ASL: è, a tutti gli effetti, una violazione della privacy. Pretendiamo che i nostri figli possano entrare in classe, come tutti gli altri bimbi. Insieme agli altri genitori dei minori coinvolti - conclude la mamma - abbiamo appena fatto un esposto ai Carabinieri e, se ciò non dovesse bastare, procederemo per vie legali".