
Armatori sul piede di guerra: “Decisione comunicata con 24 ore di anticipo, rimborsi ancora fermi e flotta bloccata anche a novembre”
di Umberto Serenelli
Sul piede di guerra gli armatori della flotta peschereccia di Fiumicino. Stando a quanto recita il Regolamento varato dall’Unione europea, il Direttore generale del “Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare e delle Foreste” ha emanato un decreto con cui prolunga il fermo della pesca anche a novembre.
Lo stop riguarda tutte le marinerie che si affacciano sul Tirreno, all’ormeggio già dal primo ottobre scorso, e quindi di tutti gli “stock demersale” che ricadono nell’Area geografica di pesca (GSA 8,9,10 e 11) con il chiaro obiettivo di frenare lo sforzo ittico e tutelare la ripopolazione dei fondali.
La politica dell’Ue però non piace ai lupi di mare che si sentono di nuovo penalizzati. “Oltre a contestare la decisione, critichiamo la tempistica cui ci è stata comunicata – afferma Lugi Bellifemine, comandate del peschereccio ‘Luigi’ della flotta di Fiumicino – Infatti, abbiamo saputo solo 24 ore prima del prolungamento di un mese del fermo biologico per mezzo di un decreto del Ministero. È chiaro che questa decisione mette in grossa difficoltà di armatori, già pronti a tornare in mare, che da tre anni sono in attesa dei ristori dei precedenti fermi. Dopo questa esperienza negativa vogliamo anche conoscere con anticipo cosa accadrà il prossimo anno: non possiamo continuare a lavorare nell’incertezza”.
I lupi di mare non si sentono tutelati anche se di contro alla categoria viene chiesta maggior professionalità come la frequenza ai corsi per il tracciamento del pesce, del primo soccorso, dell’antincendio e sull’uso defibrillatore. A conti fatti gli armatori devono ancora riceve rimborsi che oscillano dai 15 ai 20 mila euro. Continueranno a restare fermi in porto 23 pescherecci adibiti allo strascico, iscritti al Compartimento marittimo di Roma, con il conseguente blocco del pescato del Tirreno. Ciò comporterà l’aumento dei listini nelle rivendite, dei menu nei ristoranti locali e in quelli della Capitale. I commercianti, infatti, saranno costretti a rivolgersi ai grossisti dell’Adriatico e al mercato estero per fare le scorte.
“Siamo infuriati su quanto continua a decidere la Comunità europea nei confronti della categoria – precisa Gennaro Del Prete, presidente della Cooperativa Pesca Romana di Fiumicino – come se non bastassero le continue novità che ci costringono a improvvisi aggiornati sulle nostre attività. L’ultima è l’applicazione su tablet, collegato al sistema ‘e-LogBook’, in dotazione ai singoli pescherecci che è una sorta di giornale di bordo. Sono convinto che il nuovo mese di fermo ci è stato imposto perché la flotta di Mazzara del Vallo si è spinta negli stock del Mediterraneo occidentale“.
Lungo le banchine del porto-canale di Fiumicino serpeggia dunque il malcontento e c’è chi propone una protesta contro l’atteggiamento dell’Europa.






