
“È una decisione dolorosissima e sofferta, una sconfitta per tutta la nostra comunità”
Era il lontano 18 Luglio 2012, quando il parco in via del Serbatoio, all’ombra dell’edificio Acea dal quale prende nome l’omonima via, con apposita cerimonia, che vide la partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni locali e dei tanti amici e conoscenti della mia famiglia, ma anche di semplici cittadini, veniva intitolato alla memoria di mio figlio, il mio amato Simone.
Tutto questo, fu reso possibile, grazie soprattutto alla raccolta firme spontanea (circa 7mila), che gli amici di Simone, decisero sin dal primo momento di porre in essere, per poter dedicare uno spazio pubblico alla sua memoria. Tutti all’epoca adolescenti, oggi uomini, che da quel giorno fatale, non hanno fatto mai mancare, a me e alla mia famiglia, la loro vicinanza e affetto, verso i quali colgo l’occasione per ringraziarli pubblicamente, constatando che le nuove generazioni, nonostante le difficoltà relazionali dei nostri tempi, serbino ancora virtù e valori dei quali andare fieri.
Lo stesso purtroppo, non posso dirlo per quanto si stia verificando specialmente negli ultimi periodi verso il Parco Simone Costa, preso di mira da veri e propri atti vandalici che vanno ben al di là dell’ordinaria sporcizia dovuta alla sbadataggine e alla distrazione, ma dettati piuttosto dalla inciviltà e dalla barbarie, dove al passaggio di queste orde di “selvaggi”, puntualmente quello che resta, è uno scenario agghiacciante, misto tra l’abbandono a terra di rifiuti di ogni genere e natura e la devastazione di strutture poste per l’abbellimento e per la funzionalità del parco, come i cestini, le aiuole i paracolpi per i sostegni metallici del campo da basket e altro.
Tutte le volte, di fronte a questi scenari raccapriccianti di devastazione, armati dei convenzionali strumenti idonei alla pulizia, ma soprattutto di santa pazienza, provvediamo a riportare il decoro e la dignità a questo parco io e la mia famiglia con gli amici di We Love Simone, ai quali va tutto il mio ringraziamento, per l’aiuto e il sostegno profusi in tutti questi anni, che ricordo trattasi di un impegno gratuito, per la nostra associazione, non percepiamo alcun indennizzo o rimborso da parte del Comune.
È vero che in passato il parco ha attraversato momenti di difficoltà, legati alla sicurezza degli utenti, in particolare dei bambini, con una via al suo interno, che continua pericolosamente ad essere percorsa dalle auto, oppure quando prima del suo ingrandimento e quindi prima della sua attuale fisionomia, l’area più recente annessa al parco, ad opera del Comune, sulla base di apposite nostre indicazioni, versava in condizioni di assoluto degrado e di certo non consona, per la presenza della vicina scuola.
Nonostante siano state tante peripezie, che io e tutti i miei collaboratori ed amici, abbiamo dovuto affrontare, ci siamo sempre rimboccati le maniche, armati di buon spirito e motivati dalla ragione di fondo, che è alla base stessa dell’esistenza del parco e da cui ne prende il nome, ma arrivati a questo punto, dove oltre all’inciviltà e alla dilagante maleducazione, le promesse e gli intenti dell’amministrazione sono stati disattesi, come l’attivazione delle telecamere di sorveglianza che sono già installate, ma mai fatte entrare in funzione, come anche la realizzazione di una recinzione esterna, per tenere più sotto controllo l’intero parco, specialmente nelle ore notturne. Misure queste, che sicuramente non avrebbero cambiato l’indole delle frange più “primitive” dei frequentatori, ma di certo sarebbero stati un ottimo deterrente e un modo per dissuaderli da determinate condotte.
Quindi, dopo tutto ciò, a cui aggiungo a livello personale, squallide illazioni di alcuni personaggi, riguardanti probabili compromessi politici, di dubbia moralità, che aleggiano sul parco, siamo stanchi, soprattutto moralmente e a malincuore, io e la mia famiglia e stiamo valutando seriamente la possibilità di dire “BASTA” e chiedere ai miei amici di fermarci qui.
È una decisione dolorosissima e sofferta, perché questo parco costituiva un’area ludica e di aggregazione, messo a disposizione dei tanti bambini e ragazzi, come dei tanti residenti del quartiere, spazi pubblici che del resto sono ancora purtroppo carenti nel nostro Comune. Questa rinuncia, può significare una sconfitta per tutta la nostra comunità, perché in fondo, sintomo della distanza che ancora in essa esiste, nel concepire i luoghi di interesse comune, ma credo che possa fungere da monito, per tutte quelle condotte sbagliate di giovani e meno giovani che in generale frequentano spazi pubblici.
Spero che questa mia decisione drastica, faccia capire a tutta la comunità istituzionale e civile di Fiumicino, l’importanza della presenza di parchi e di luoghi aggregativi e di conseguenza, della loro cura e della corretta fruizione da parte degli utenti.
Lettera inviata dal papà di Simone, Stefano Costa










