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Fiumicino, la pesca protesta per la banchina del porto-canale che si allaga al primo temporale

Denunciata la pericolosità di un punto dove un tombino rimosso è coperto da un bancale in legno

 

di Umberto Serenelli

 

 

I temporali sono la causa degli allagamenti della banchina nord dove ormeggia la flotta peschereccia di Fiumicino. Per tale motivo i lupi di mare sono infuriati perché continuano a scaricare dalle imbarcazioni il pescato, trasferito all’asta per mezzo di carrelli, muniti di stivali altrimenti le scarpe si riempiono d’acqua.

 

 

Oltre a lamentare questo problema, che coinvolge quanti transitano sopra alla sponda destra del porto-canale, la categoria lamenta l’assenza di adeguati controlli sulla sicurezza delle strutture. Da alcune settimane, infatti, è stato rimosso un tombino in ferro per scendere e ispezionare l’interno della banchina dove sono presenti tubature di servizi che passano sotto l’alveo della Fossa Traianea.

 

 

“La pesca a Fiumicino è considerata di serie B perché la sicurezza e la salute dei marinai sui luoghi di lavoro viene ignorata – precisa Gennaro Del Prete, presidente della coop Pesca romana – Da tempo stiamo lamentando il disagio causato dai temporali che ci costringono a scaricare le casse, con all’interno il prodotto catturato dalle reti a strascico, tra le pozzanghere. L’Autorità di sistema portuale dovrebbe avere a Fiumicino i tecnici in grado di risolvere il disagio e segnalare il modo in cui sono costretti a operare gli equipaggi“.

 

 

Per risolvere c’è chi suggerisce di fare dei fori sulle base di cemento attraverso i quali far defluire l’acqua meteorica oppure dei canaletti con la pendenza in direzione del fiume.

 

 

“Credo sia preoccupante l’assenza del tombino sulla cui apertura sistemata la base di un bancale in legno coperto poi da reti – precisa Stefano Imperato – Questa non è una soluzione perché sopra la banchina transitano molti turisti che rischiano di finirci dentro”.

 

C’è chi invece si lamenta della recente rimozione dei cestini getta cartacce sul molo nord dove creata la passeggiata in ricordo delle vittime delle Foibe.

 

 

“Le persone che si spingono sul molo non sanno come disfarsi dei pezzi di carta e quindi li gettano in terra – dice un anziano seduto su una panchina – Il vento poi li sposta nel fiume e il problema è risolto”.

 

Sulle discariche abusive lungo la sponda dove attracca la piccola pesca, scende in campo la Capitaneria di porto che sottolinea “L’intensificazione dei contatti con Autorità portuale e Comune per riqualificare porto-canale”. A tal proposito la Capitaneria ha voluto “fare il punto della situazione istituzionale, focalizzando la sistemazione degli attrezzi da pesca e la riqualificazione dei siti”. Gli operatori della pesca, l’Autorità portuale, il Comune e l’Asl saranno chiamate a un incontro sul tema entro febbraio.

 

 

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