
Il diritto al voto è stato conquistato a fatica dai nostri nonni
di Alessandra Zauli
L’articolo 48 della Costituzione sancisce il diritto di voto: “Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto”.
Domenica 12 febbraio, dalle ore 7 alle 22, e lunedì 13 febbraio dalle 7 alle 15, saremo chiamati alle urne per eleggere il nuovo presidente della Regione Lazio ed i consiglieri regionali che lo affiancheranno e coadiuveranno nel proprio mandato. Coloro che, finita quella che è stata definita “l’era Zingaretti” prenderanno in mano le redini e guideranno la nostra Regione Lazio attraverso le sfide per il miglioramento delle strutture, dei servizi ai cittadini, nei prossimi 5 anni.
Vari sono i candidati di tutte le ideologie politiche, ciascuno rappresenta le idee che ritiene valide e propone la propria ricetta al fine di migliorare la Regione Lazio e la vita dei cittadini.
Fondamentale è andare alle urne, a prescidere da chi abbiamo deciso di dare la nostra preferenza. Nelle ultime elezioni il primo partito d’Italia è stato quello di coloro che non sono andati, degli astensionisti, di coloro che non hanno voluto o, in alcuni casi, potuto esprimere la propria preferenza.
E’ qualunquismo dire che votate non serva a nulla ma in realtà questo diritto/dovere è stato conquistato a fatica dai nostri nonni, è stato difeso ogni qualvolta qualcuno abbia cercato in qualche modo di privarcene ed allora dovrebbe essere considerato SACRO e FONDAMENTALE.
Purtroppo chi decide di non votare, in qualche modo, perde anche il diritto di lamentarsi, di criticare, di giudicare al contrario di chi invece va al seggio e manifesta la propria opinione.
Ed allora ci auguriamo che, il senso civico, la voglia di dire la “Nostra”, la voglia di esprimersi, poiché siamo fortunati ad avere la possibilità di farlo, rispetto a tanti altri paesi i cui cittadini non possono avere questo privilegio, possa vincere e si vada a votare, perché è davvero un privilegio!