
“Non ci sentiamo rappresentati perchè nella nostra Città non ci sono luoghi di crescita”
Il ViceSindaco Ezio Di Genesio Pagliuca e l’assessore alle politiche giovanili, Paolo Calicchio hanno deciso, anche quest’anno, di prendere carta e penna per inviare un messaggio a tutti i ragazzi che, nel 2021, hanno compiuto o compiranno 18 anni. Un’iniziativa per proporre un filo diretto con i giovani e coinvolgerli nella vita attiva della città.
“In questo periodo hai raggiunto o stai raggiungendo i ‘mitici’ 18 anni, c’è aria di libertà. A nome della Città di Fiumicino desidero inviarti un augurio speciale per questo attesissimo compleanno – si legge nella lettera – La maggiore età è un punto di partenza fondamentale nella vita di ogni cittadina e di ogni cittadino. Avrai importanti responsabilità, tra cui, la capacità giuridica di agire e la possibilità di incidere concretamente nella vita amministrativa e politica del nostro Paese e della nostra città. Da adesso potrai partecipare in modo attivo, con idee ed entusiasmo, al miglioramento e alla crescita della nostra Città“.
Tra le risposte dei neo 18enni, abbiamo voluto dare luce, attraverso un breve sunto, a questa inviata alla nostra redazione, firmata da 8 neomaggiorenni. Una lettera nella quale si denuncia il fatto di non sentirsi assolutamente rappresentati come parte attiva in una città, che viene da loro definita non più a misura dei giovani.
“Signori scriventi – riporta la lettera dei neo 18enni – che rammentate a noi dell’avvicinamento alla maggiore età, negli ultimi anni cosa avete prodotto per noi giovani? Viviamo in una presunta Città senza alcuna considerazione per le nostre necessità aggregativo-sociali. La nostra città è per noi un non luogo, nel senso che non ci sono luoghi di crescita. Noi giovani non ci sentiamo rappresentati in questa città con opere ormai fatiscenti come il Palazzetto dello sport, il complesso sportivo Cetorelli. Avete programmato la realizzazione di un auditorium. Ma pensate a centri culturali polivalenti non ad edificare cattedrali inutili. Risparmiateci la retorica – conclude la lettera – con i vostri messaggi deamicisiani”.