
“E’ necessario dotare i servizi sociali di strumenti adatti”
di Fernanda De Nitto
Maurizio Ferreri di Demos Fiumicino, pochi giorni fa ha posto all’attenzione dei media, la questione della donna con figlio disabile, con patologie cognitive, rimasto per due giorni accanto alla madre malata su una sedia del pronto soccorso, senza avere un’adeguata assistenza.
Dopo la sua denuncia alla stampa quali sono stati le risposte effettive avute a sostegno di questa drammatica situazione familiare?
“Per la pubblicazione del video e dell’articolo, dove denunciavo la totale assenza del sociale nella gestione del ragazzo bloccato in ospedale con la madre, ho aspettato due lunghissimi giorni. Per qualcuno sono pochi, ma per chi vive una grave disabilità posso garantire che è un tempo lunghissimo, aggravato dal fatto di stare seduto su una sedia. Da volontario, ho avuto modo di rapportarmi più volte con l’assistente sociale dell’ospedale, professionista da elogiare per la sua attenzione e sensibilità così come tutto il personale del pronto soccorso che, nonostante la grande mole di lavoro svolto in continua emergenza, non ha fatto mai mancare una particolare attenzione all’anomala situazione. Nel contempo dopo qualche ora dalla mia esortazione pubblica, la mamma è stata ricoverata permettendo al ‘sistema’ di trovare una soluzione temporanea. Gli stessi uffici comunali, allertati sin dai primi momenti, hanno riconosciuto la singolarità del caso e la mancanza di strumenti a loro disposizione per poter effettuare un immediato intervento alla grave situazione creata da un improvviso malore di chi fino ad allora provvedeva (da sola) alle necessità del disabile”.
La risoluzione in emergenza della complessa situazione sociale ha scaturito una serie di botta e risposta con l’Assessorato alle Politiche Sociali e con la Commissione consiliare ai Servizi Sociali e Sanitari. Quale è stata la sua risposta, in particolare al consigliere comunale Mauro Stasio, che ha relazionato su alcuni aspetti della passata amministrazione riguardante la gestione del sociale?
“Le recenti dichiarazioni di Stasio mi hanno lasciato alquanto interdetto, prima di tutto per il semplice fatto che le stesse scaturiscono da una persona che durante l’amministrazione Montino aveva il ruolo di delegato alla disabilità. Sicuramente più facile lanciare accuse e sinceramente ancora non ho compreso il motivo, che fornire risposte. Parlare oggi di case famiglia aperte e chiuse dalla passata amministrazione, è perlomeno fuori luogo dato che era anche lui parte integrante in quella che oggi definisce inefficienza”.
C’è una questione specifica rispetto alla gestione della casa famiglia “La casa di Daniele” la quale nel 2022 subì la minaccia di chiusura per un atto impugnato da un dirigente del tempo. Anche in questo caso vi sono specifiche rispetto alle sue azioni e quelle del consigliere Stasio?
“Riguardo ‘La casa di Daniele’ il consigliere Stasio ha probabilmente dimenticato che sono stato l’unico a manifestare pubblicamente in strada, la mia contrarietà rispetto a quella che era la decisione dirigenziale di chiudere la struttura. Tale azione di protesta è comprovata dal seguente link riportante il video con la mia intervista (Clicca qui). In quel frangente sia le parti politiche che quelle associative preferirono rimanere fuori dalla questione, compreso lo stesso consigliere, che insieme agli altri ha optarono per la via del ‘silenzio’ al fine di evitare contrasti con la parte dirigenziale”.
Lei ha anche svolto un ruolo importante nella costruzione e sistemazione burocratica del centro diurno di Via Coni Zugna. Come si è mosso in tal occasione a difesa di volontari e disabili?
“La posa della prima pietra del centro diurno ‘La casa di Enzo’ è stata possibile solo grazie alla risoluzione della questione legata a una parte del terreno ‘occupato’ da un’altra attività. Nella diatriba burocratica si sono portati avanti diversi atti che hanno permesso di cominciare ad effettuare un progetto, che sin dall’inizio ho ritenuto importante che venisse realizzato sul nostro territorio. Questa mia particolare attenzione all’opera, lo dimostra il fatto che le fondamenta di questa struttura sono state realizzate grazie anche ai fondi di Area di Solidarietà. Un’ Associazione di cui faccio parte da moltissimi anni. Tutto ciò dimostra che l’impegno si misura con i fatti e non con le polemiche e le sterili parole. Obiettivo principale di tutta la mia disquisizione è sempre quello di far emergere alcuni gravi lacune nel sistema dell’assistenza emergenziale e sociale del territorio, sensibilizzando tutti. E’ necessario dotare i servizi sociali di strumenti adatti“.