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Atletica in lutto, è morta la maratoneta Maura Viceconte vincitrice della Best Woman 1995

“Ciao Maura e grazie per aver dato tanto all’Atletica italiana”


di Dario Nottola

Nel 1995 vinse la “Best Woman” di Fiumicino e la società Atletica Villa Guglielmi, che la organizza, esprime tristezza e cordoglio per la tragica scomparsa ieri dell’ex azzurra e tuttora primatista dei 10mila metri, Maura Viceconte, specialista di corsa di lunga durata in pista e di maratona, che si è suicidata a Chiusa di San Michele, un paese della Valle di Susa (Torino) dove era tornata a vivere alcuni anni fa. La “Best Woman” è dal 1989 una gara di dieci chilometri dedicata alle donne, che hanno un montepremi superiore agli uomini, e che si svolge ogni anno a dicembre.
 
CIAO MAURA … “L’Atletica Villa Guglielmi è vicina ai famigliari e amici di Maura Viceconte – informa la società podistica – la ricordiamo con commozione: la sua foto di Best Woman di 20 anni fa è sempre presente nella nostra sede. Ciao Maura e grazie per aver dato tanto all’Atletica italiana“.
 
Una notizia terribile, che questa volta colpisce l’atletica e che ricorda i casi nel calcio di Robert Enke e Gary Speed, rispettivamente portiere della nazionale tedesca e ct del Galles. Maura Viceconte, 51 anni, è stata azzurra all’Olimpiade di Sydney 2000. Della Viceconte si sa che “dovette confrontarsi per lunghi anni con la malattia” come ha ricordato la Fidal che piange la scomparsa di un’atleta che ha rappresentato a lungo l’Italia tra gli anni ’90 e primi anni 2000. Bronzo agli Europei di Budapest 1998, la piemontese di Susa, oltre a detenere tuttora il primato nazionale dei 10.000 metri, è stata capace di imporsi in numerose maratone di rilievo, cogliendo successi a Venezia, Montecarlo, Carpi, Roma, Vienna (quando corse in 2h23:47, all’epoca record italiano), Praga e Napoli. Terminata la carriera agonistica, Maura Viceconte aveva dovuto ‘combattere’ per la propria salute, ma lo scorso novembre aveva promosso e fatto proiettare a Villar Dora un docufilm sulla sua vita e la sua carriera, “La vita è una maratona – La corsa il modo di vivere”, realizzato dal regista e amico Luigi Cantore, che le aveva permesso di tornare a confrontarsi con amiche e avversarie del tempo. Quel giorno era apparsa felice, adesso invece c’è solo il silenzio. Di sicuro c’è che, in campo sportivo, come scrive la Fidal, la sua è “un’eredità che andrà sicuramente raccolta, anche se al momento a prevalere è un senso di tristezza infinita”.
 

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