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Quando la coppia scoppia

Un mito non sempre irragiungibile riuscire a mantenere buoni rapporti con l’ex consente di affrontare ogni nuovo evento con forza

Sara, 44 anni, separata da 5, un figlia tredicenne: “Non riesco a credere a quello che vedo e che sento intorno a me ogni: coppie scoppiate in tutti i sensi, che usano i figli come uno scudo oppure come bomba atomica. Un gioco immorale i cui perdenti sono sempre loro, i bambini che madre e padre dicono di amare tanto. Alcune di queste coppie le conosco bene: erano quelle che, quando mi sono separata, parlavano di me come di una smidollata che si faceva calpestare senza reagire. Mi hanno detto di tutto, mentre io continuavo a lavare e stirare per il mio ex marito, arredavo la sua nuova casa, la camera di nostra figlia lì. Volevo che lei passasse con il padre più tempo possibile e non perdesse il rapporto che c’era prima. Il problema era che all’inizio nessuno dei due voleva sapere niente dell’altro; quindi, se non avessi fatto di tutto per tenere vivo anche il nostro legame, mantenendo altri il rispetto e la stima reciproci, che ne darebbe stato di mia figlia e della sua fiducia nel futuro? Mi domando quanti riflettano su queste cose mentre litigano per la casa al mare o per i mobili, mentre guidano verso l’avvocato ripetendo come un mantra “si pentirà di avermi sposato”, mentre inanellano scuse e ripicche per annullare o rinviare l’appuntamento settimanale del proprio del proprio ex con i figli. Credo che pochi, purtroppo, riescano a mantenere un po’ di lucidità: in quel momento è importante litigare perché l’animosità è troppo grande. E se ci va di mezzo un figlio pazienza, si farà le ossa prima degli altri.
A distanza di anni e dopo tanta fatica da parte di tutti, io e il mio ex marito ora siamo amici davvero; mia figlia è serena e con il padre ha costruito un rapporto splendido, lui si è rifatto una vita con una nuova compagna. Io aspetto ancora la persona giusta ma non ho fretta. Forse sono una mosca bianca, però mi piace pensare che la passione e l’amore che ho speso per la famiglia anche dopo la separazione siano stati indispensabili, un passaggio obbligato per l’equilibrio di tutti e tre. Adesso che sono al di qua del guado posso parlarne serenamente. Ma è stata una prova durissima e più di una volta sono stata a un passo dal mollare tutto e pensare soltanto a me stessa”.
Come suggerisce questa testimonianza, la capacità di riemergere da un legame affettivo inappagante è una prova di maturità che arricchisce la vita, propria e di chi ci circonda. In questo difficile passaggio, riuscire a mantenere o a ristabilire rapporti più che civili con in proprio ex consente di affrontare ogni nuovo evento con maggior forza. Lo stress prolungato della separazione non aiuta certo a migliorare le cose: come le vacanza spartane, anche questa fase della vita molto spesso tira molto spesso tira fuori il peggio dei singoli elementi di una coppia. Liti, minacce e ritorsioni più o meno diaboliche riempiono completamente la mente e il tempo di chi non sa, o non vuole, accettare la vita con i suoi scossoni improvvisi e si ritrova in un drammatico circolo vizioso da cui è difficile uscire, tuttavia, il non lasciarsi andare alla deriva dei risentimenti istintivi può rappresentare  a volte la medicina migliore per superare più rapidamente e con più efficacia i primi tostissimi, momenti post-divisione. Il rispetto nonostante tutto può allora diventare l’arma vincente per ritrovare un dialogo proprio con chi temevamo (o forse desideravamo ) di averlo per sempre.
“L’ho fatto per i miei figli”: quasi sempre è la motivazione addotta da chi è riuscito a non far franare quanto di buono aveva prodotto il matrimonio. E se è vero che solo la certezza di essere amati da entrambi i genitori permette agli individui di crescere equilibrati e forti, va anche specificato che gli stessi genitori dovrebbero potersi tollerare e stimare per molto tempo, lungo tutto l’arco della vita. Se non è possibile separarsi con amore, sicuramente è consigliabile farlo con rispetto e attenzione. Per una questione di civiltà, ma anche di fatalismo: come insegna Eminen, si può sempre riconciliare o addirittura risposare con il proprio ex.
“C’è stato un ieri ci sarà un domani”, diceva il poeta e filosofo Khalil Gibran. La consapevolezza dei propri diritti permette di rispettare con rigore i diritti altrui: per questo è determinante infoderare un alto grado di civiltà in ogni atto che precede, accompagna e segue la separazione. Finalizzata al benessere dei figli e, di sponda, anche a quello dei genitori, la nuova amicizia tra ex coniugi diventa quindi una pianta da far germogliare al più presto e da alimentare poi costantemente. Per far questo occorre tralasciare per quanto possibile i ricordi negativi  e lavorare con energia e perseveranza su quelli positivi: una sfida certo ardua ma talvolta non impossibile.
 
Paola Gentili
 
 
 
 

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