
È quanto emerso dal convegno “Marineria di Fiumicino: progetti e opportunità di sviluppo”, tenutosi nell’Aula consiliare di Fiumicino.
La marineria di Fiumicino lancia un grido e chiede maggiore ascolto all’Europa sulle problematiche di settore. È l’Sos lanciato, nell’Aula consiliare, nel corso del convegno “Marineria di Fiumicino: progetti e opportunità di sviluppo”, promosso da AlfaComunicazione APS, con il contributo della Regione Lazio e il patrocinio del Comune di Fiumicino, che ha visto confrontarsi istituzioni, rappresentanti del mondo della pesca, esperti del settore, con l’obiettivo di fare il punto su “un comparto cruciale per l’economia locale ma penalizzato da normative europee giudicate inadeguate”.
Obiettivo, dare voce a chi vive quotidianamente il mare, avviando un tavolo di lavoro permanente che unisca istituzioni, pescatori, mondo della formazione e associazioni territoriali, con l’intento di “costruire insieme un futuro più sostenibile, consapevole e strategico per il comparto marittimo”.
Il sindaco di Fiumicino, Mario Baccini, ha sollecitato una riflessione seria da parte del legislatore nazionale: “Occorre ascoltare chi il mare lo conosce. Le regole non possono essere uguali per realtà troppo diverse. La pesca è identitaria per Fiumicino, con la sua flotta, la più grande del Lazio, e la svolta sarà l’ultimazione dei lavori della nuova Darsena Pescherecci”. Il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, Giuseppe Cangemi ha rilanciato: “La Regione raccoglie le istanze, ma serve uno sforzo comune. Propongo di coinvolgere attivamente gli europarlamentari eletti per portare la voce del settore dove si decidono davvero le regole”.
L’assessore all’Ambiente, Stefano Costa: “Se vediamo i numeri di chi ha smesso di lavorare, ci spaventiamo. Ma i pescatori sono i primi a difendere l’ambiente marino”. Dal canto suo l’assessore alle Attività produttive, Raffaello Biselli, ha sottolineato l’importanza economica della pesca per Fiumicino: “Abbiamo circa 600 ristoranti sul territorio che si basano su una materia prima locale di eccellenza. Tutelare la marineria significa tutelare l’intera filiera”.
Si è discusso anche della necessità di un divieto totale di pesca entro le 3 miglia dalla costa, come misura strutturale di tutela degli ecosistemi marini e delle aree di riproduzione di pesci, molluschi e altre specie, e della proposta europea di rottamazione del parco barche, che prevede incentivi non per l’ammodernamento o l’acquisto di nuove imbarcazioni, bensì esclusivamente per la rottamazione, previa restituzione della licenza di pesca: a nodi strutturali si “affiancano problematiche note ma tuttora attuali, quali il costo del carburante, il fermo pesca, parzialmente risolto, e la gestione dei rifiuti in mare”.
Per Roberto Masai di Federpesca, “la gestione europea ha imposto 150 giornate di pesca all’anno. Nessuna impresa può reggere lavorando così poco. In Italia abbiamo 10.800 imbarcazioni registrate, 2.600 delle quali dedicate alla pesca. Mille di queste hanno già fatto richiesta di demolizione. Serve un cambio di paradigma. Occorrono piani di gestione locali da aggregare in un piano nazionale da portare in Europa. E attenzione: ogni barca che si ferma significa lavoro che si perde e famiglie in difficoltà”. Gennaro Del Prete, presidente coop. Pesca romana, ha ricordato come la marineria di Fiumicino sia la più importante del Lazio per tonnellaggio: “Siamo attivi e protagonisti, ma ora servono risposte concrete. Le nostre mazzancolle sono un’eccellenza da proteggere”.
Il comandante della Capitaneria di Roma, Silvestro Girgenti, ha evidenziato come l’Italia abbia già ridotto lo sforzo di pesca, e ha posto l’accento sull’importanza della tracciabilità e della lotta alle frodi: “Molti prodotti venduti come italiani arrivano da altrove. Dobbiamo difendere chi opera correttamente”. Luca Muzzioli, nutrizionista, ha portato numeri allarmanti: “I bambini italiani consumano troppo poco pesce, 1 su 2 non ne mangia proprio. Servono programmi educativi per invertire la rotta”.
Infine, Angelo Fanton, portavoce di Slow Food Ricci di Mare, ha lanciato un monito: “Tra Santa Marinella e Civitavecchia non si vede più nemmeno il passaggio di chi faceva pesca illegale: un paradosso, che dimostra quanto il riccio sia ormai scomparso. È urgente educare i ristoratori e i bambini alla legalità e alla tutela del mare”. Il convegno si è concluso con un buffet a base di pescato locale, curato da Officina Alimentare.