
La storica barca a vela proviene da Porto Santo Stefano dove viene noleggiata per le crociere o charter
di Umberto Serenelli
Solca il mare da oltre 100 anni riuscendo a catalizzare l’attenzione degli appassionati di imbarcazioni storiche. Stiamo parlando della goletta “Isla Negra”, di 43 tonnellate, che in questi giorni si sta rifacendo il maquillage nel cantiere nautico di Fiumicino del maestro d’ascia Raffaele Assante.
Il caratteristico bompresso e i due grossi alberi armati con vele non passano inosservati tra le circa 200 imbarcazioni da diporto ormeggiate nello specchio acqueo della darsena di Fiumicino.
In primo piano dunque la professionalità dei pochi “Maestri d’Ascia” che ancora operano nei cantieri nautici della cittadina marinara apprezzata soprattutto dagli armatori di imbarcazioni in legno provenienti dagli approdi laziali, toscani e sardi.
“È un piacere poter lavorare su questa stupenda imbarcazione – precisa Assante – è un sogno che inseguivo quando ero giovane e devo ringraziare mio padre Ciro che mi ha insegnato questo mestiere e soprattutto l’amore per la lavorazione del legno. Nella nautica è cambiato tutto visto che ora la vetroresina ha mandato in pensione il legno e i ‘Maestri d’Ascia’ non si trovano più. Per fortuna mio genero Federico ha scoperto il fascino del legno e seguito le mie orme conseguendo l’attestato di maestro rilasciato dalla Capitaneria di porto”.
La Isla, classe 1921 e lunga 22 metri, proviene da Porto Santo Stefano è oggetto di sostituzione della “coperta” con l’impiego di legno teak iroko. A Monte Argentario la goletta viene apprezzata dai turisti soprattutto stranieri come natante da noleggio, crociere, diving e charter. Da alcuni giorni il cantiere in darsena ha tirato a secco l’Ecostar, un moto-pontone in ferro di 26 metri del servizio antinquinamento della società Tecnomate” proveniente dal porto di Civitavecchia.
“Abbiamo già sabbiato le cisterne e compiuti interventi sia all’interno che all’esterno – precisa il giovane maestro d’ascia Federico Sterpetti – Sono stati installati i nuovi motori da 500 cavalli”.
L’Ecostar vanta di aver lavorato alla costruzione delle dighe del “Mose” nella laguna di Venezia prima di essere acquistata dalla società che opera nell’approdo di Civitavecchia. Nel cantiere Assante è stato di recente tirato a secco un peschereccio di porto Torres a cui sostituito il fasciame in legno della carena. Dall’Isola d’Elba è arrivata la cenciola “Edda e Cesare”, proveniente da Portoferraio, a cui sostituito il ponte di coperta e le fiancate esterne in legno. Anche i pescherecci “Arcobaleno”, Mare Azzurro” e Rinascita”, che abitualmente ormeggiano nel porto di Anzio, hanno fatto “visita” ai capannoni in riva alla darsena, tutti per interventi sugli scafi in legno per i quali solo i “maestri d’ascia” hanno le capacità per adoperarsi. Purtroppo queste figure professionali stanno scomparendo.
“Prima degli anni 80 – precisa il ‘Mastro’ Armando Stampella – i circa 100 cantieri allineati su Fiumara Grande e quelli presenti lungo il canale navigabile costruivano scafi soprattutto in legno. Con il trascorrere degli anni la vetroresina è diventata la padrona del mercato. Quindi i “Maestri d’Ascia” stanno andando verso l’estinzione proprio perché nel nostro territorio si costruisce poco e quel poco lo si fa in vetroresina”.






