Il primo Novembre 1913, in Calabria, precisamente nella città di Paola, nasceva la signora Maria Santa Carnevale. Oggi, a Villa Faieta, è stato festeggiato il suo secolo di esistenza. Un traguardo importante, dopo che in cento anni di vita la signora ne ha viste tante. Ha messo al mondo quattro figli, dodici discendenti, sette nipoti e cinque pronipoti. Ha vissuto per metà della sua vita in Calabria, e poi ha passato il resto del secolo a Roma, diventando di fatto una romana d’adozione.
In famiglia però la longevità ce l’hanno nel sangue: la nonna di Maria Santa ha superato anche lei il traguardo dei cento anni, mentre una zia della stessa signora calabrese è arrivata addirittura a 109. Forse la formula magica risiede nel paesino di Paola, in provincia di Cosenza, dove la famiglia Carnevale ha ricevuto gli onori della cronaca proprio per la sua inusuale longevità. Altrimenti si potrebbe pensare ad una particolare medicina, che in qualche modo aumenti incondizionatamente la vita della signora.
“Mia madre prende solo la pillola della pressione – ha chiarito ogni dubbio il figlio Walter – fino all’età di novant’anni il dottore le diceva di contenersi con il cibo, poi una volta visto che continuava a star bene le ha detto di mangiare quello che voleva. Certamente un bicchiere di vino rosso al giorno non le ha fatto male”.
Nella festa di ognissanti a Villa Faieta i momenti di felicità non sono mancati. Tutti gli ospiti della struttura hanno voluto partecipare al compleanno di Maria, e gli organizzatori hanno messo a disposizione tutta la loro assistenza, allietata dalla musica al pianoforte del Maestro Cappello. Sulle note di famose canzoni italiane, anziani e parenti si sono divertiti cantando tutti insieme per poi applaudire le cento candeline della signora Maria Santa.  
"Per noi è una giornata particolare – spiega il direttore di Villa Faieta, Edoardo Fofi – non capita spesso un compleanno di 100 anni. Maria è nostra ospite da un bel po’ di tempo e siamo felici che abbia raggiunto l’obiettivo insieme a noi. Questo tipo di attività normalmente già avvengono con concerti del sabato. Utilizziamo la musica come filo conduttore del benessere per l’anziano. E’ un linguaggio universale in grado di accomunare più persone tra loro. Momenti come questi servono per fare una riflessione sull'esistenza e sulla qualità di vita del grande anziano. Ci permettono di mettere a frutto tutte le loro risorse, e vi assicuro che anche signori di questa età sono in grado di dare tanto".
Villa Faieta diventa quindi un punto di aggregazione sociale, dove tutte le persone vicine agli ospiti possono tranquillamente passare dei bei momenti. "Oggi non c’erano solo parenti della signora – sottolinea lo stesso Fofi – è bello condividere tutto anche con gli altri. Grazie a questa struttura si sono rinsaldati i rapporti degli ospiti con le famiglie, che hanno cambiato il modo di approcciare con l’anziano. Ora per molti non è solo un peso ma nel recupero dei rapporti affettivi diventa un valore aggiunto. Inoltre abbiamo verificato noi stessi che spesso una persona anziana non ha possibilità di dividere tempo con dei bambini mentre in queste occasioni è possibile e diventa un beneficio per entrambi. Io dico sempre che questo non è un ricovero ma una vera e propria ospitalità".
Una consuetudine quella di voler dedicare il sabato, e le giornate speciali come quella di oggi, a far divertire tutti gli ospiti, riempiendo di gioia sia i parenti ma anche tutte le persone che sono vicine ogni giorno agli anziani, come lo psicologo della struttura Francesco Cosco: "Il 'Sabato insieme' fa parte di un percorso iniziato 4 anni fa. Oggi cade eccezionalmente di venerdì – chiarisce Cosco – anche se solitamente si canta e si balla di sabato. Apparentemente sembra avere un tono ludico ma la musica ha una funzione anche riabilitativa. Persone affette da forme patologiche importanti riescono, grazie alla socializzazione, a divertirsi cantando in maniera naturale e tranquilla. Questo è un risultato importante per noi, ricopre un peso significativo nel nostro percorso".
Giornate come questa sono la testimonianza che è necessario prendersi cura anche della fase terminale di una persona. Senza pregiudizi si riesce a non sottovalutare l’aspetto terapeutico e psicologico di iniziative come questa. Dove tutti si augurano di arrivare a traguardi come quello della signora Maria Santa Carnevale.
 
Simone Mangoni