Da Manila, Attilio e Natalina, tre racconti per ricordare a tutti la storia di un Eroe
Oggi, 23 settembre 2023 la Farmacia Salvo D’Acquisto di Palidoro vuole ricordare l’ottantesimo anniversario del sacrificio e della morte di Salvo D’Acquisto avvenuta il 23 settembre del 1943.
“Salvo ha sacrificato la sua vita per gli altri e la nostra farmacia porta il suo nome proprio per non dimenticare – sottolinea il dott. Marco Tortorici –. Oggi sono passati 80 lunghi anni da quel gesto eroico ed è nostro compito dimostrare la nostra eterna riconoscenza, posizionando uno striscione davanti la farmacia, lungo la via Aurelia al km 29, angolo con via Stazione di Palidoro, con su scritto ’23 settembre 1943. Salvo D’Acquisto da 80 anni sei il nostro eroe’, con a fianco una sua foto scattata dalla mamma dal balcone della loro abitazione di Napoli, il giorno prima che Salvo si arruolasse nell’Arma. Invitiamo i ragazzi e i cittadini a farsi un selfie davanti allo striscione ed a farlo girare sui social per raccontare Salvo come una persona da noi conosciuta“
TRE RACCONTI PER RICORDARE LA STORIA DI SALVO D’ACQUISTO
PRIMO RACCONTO Sono Manila della Farmacia sociale Salvo D’Acquisto. Vi racconto questa storia di Salvo; pochi la conoscono. Ve ne parlo sperando che la possiate leggere ai vostri figli!
1932. Era una giornata fredda e piovigginosa, d’inverno, a Napoli. Salvo aveva 12 anni e stava tornando, con degli amici, a casa, uscito da scuola. Passando davanti il sagrato di una chiesa vide un bambino, intirizzito dal freddo, con addosso un maglione tutto bucato. Era senza scarpe. I suoi piedi erano ricoperti da due pezzi di camera d’aria di un pneumatico, legati con degli spaghi. Il bambino cercava di scaldare con le mani i suoi piedi. Salvo, pur proseguendo nel cammino, non poteva allontanare quella immagine dalla sua testa. Lasciò all’improvviso i suoi amici, tornò indietro e lasciò vicino a quel bimbo povero le sue scarpe e le sue calze, senza dare il tempo al bimbo di ringraziarlo. Andò via correndo. Tornato a casa la mamma chiese a Salvo spiegazioni, aggiungendo che la famiglia non gli avrebbe potuto comprare un altro paio di scarpe. Salvo rispose che lui era comunque fortunato, anche senza scarpe, perché aveva una casa e la possibilità di scaldarsi. Le scarpe poi per fortuna a Salvo vennero regalate da uno zio che era un commerciante. Questo fatto, che venne spesso raccontato dalla mamma di Salvo, ci è stato raccontato dalla Dottoressa Rita Pomponio, biografa della vita del nostro eroe.
SECONDO RACCONTO Mi chiamo Attilio Berni. Molti mi conoscono per la mia passione per la musica e per aver ideato e realizzato il Museo del Saxofono, a Maccarese.
Vivo tra i ragazzi, insegno in una scuola media. Purtroppo molti ragazzi, anche del nostro territorio, non conoscono Salvo D’Acquisto. Per questo sarebbe bello se la storia che sto per raccontarvi la raccontaste ai ragazzi che conoscete: figli, nipoti e amici dei vostri figli che siano. Salvo aveva 15 o 16 anni. Stava passeggiando con suo zio, a Napoli, dopo aver lavorato. Dipingeva il viso delle bambole in cartapesta che venivano prodotte nel laboratorio dello zio. All’improvviso sentirono delle grida e delle urla strazianti. Un bimbo, che era andato a raccogliere qualcosa tra i binari, all’arrivo del treno, nel vederlo e sentirlo sopraggiungere, terrorizzato, era rimasto li in mezzo, impietrito. Senza un attimo di esitazione Salvo raggiunse quel bimbo, spingendolo e cadendo insieme a lui oltre i binari. Questione di attimi e sarebbero morti entrambi. Lo zio, passato il treno, accorse verso un Salvo “ammaccato” rimproverandolo per il fatto che sarebbe potuto morire. Salvo candidamente disse allo zio che quel bambino non poteva morire senza nessun aiuto. Questo è Salvo: una persona speciale capace di amare oltre se stesso.
TERZO RACCONTO Mi chiamo Natalina Salvucci. Sono nata a Palidoro dove la mia famiglia vive da quasi cento anni. Nella mia fattoria didattica lavoro con bambini e ragazzi. Proprio per questo, pensando a loro, che sono sempre desiderosi di ascoltare e di imparare, voglio raccontarvi una bellissima storia di Salvo, quasi sconosciuta. Sarebbe bello se, voi che la leggete, la voleste raccontare ai vostri ragazzi, come genitori, come zii o come nonni.
Un giorno, quando Salvo era ancora un ragazzino, vide che una bambina era vittima di un atto, diremmo oggi, di “bullismo”. Dei bambini la prendevano in giro mentre vendeva dei fiori per strada. Dicevano che portava sfortuna. I ragazzi la avevano presa di mira, perché aveva un occhio di vetro. Per questo Salvo, assistendo a questa scena, lasciò d’impulso cadere i libri per terra e abbracciò quella bambina baciandola sul suo occhio di vetro, lasciando cosi tutti in silenzio. Già così piccolo Salvo dimostrava di essere una persona speciale, guidata da un profondo sentimento di giustizia e di amore per il prossimo.