
De Vecchis: “Chiedo al consiglio comunale di esprimere la propria contrarietà al Jobs Act”
Un ordine del giorno per tutelare i lavoratori e dire no alla cancellazione delle garanzie e delle tutele dell’articolo 18. Lo ha protocollato questo pomeriggio il consigliere comunale William De Vecchis.
“Il Parlamento – spiega De Vecchis nel documento – nei prossimi giorni discuterà il disegno di legge governativo, il cosiddetto Jobs Act. L’introduzione del contratto di lavoro a tutele crescenti, inserito nel provvedimento del Governo, porterà alla cancellazione dello Statuto dei lavoratori e nei fatti dell’art. 18. Verrà così eliminato il divieto di controllo a distanza dei lavoratori, il divieto di demansionamento e il divieto del reintegro in caso di licenziamento ingiusto sostituendo quest’ultimo punto con un indennizzo contrario ai nostri principi costituzionali. Un espediente insopportabile che di fatto si arroga il diritto di comprare per pochi euro la dignità del lavoratore. A fronte di tutto questo chiedo al consiglio comunale di esprimere la propria contrarietà al Jobs Act e ai provvedimenti che contiene”.
Il documento chiede inoltre al sindaco Montino di inviare una nota al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro del Lavoro per ribadire il netto “NO” del consiglio comunale di Fiumicino alla riforma del lavoro chiedendo inoltre modifiche importanti al provvedimento come:
– Estendere a tutti i lavoratori, quale che sia il settore produttivo o il numero di occupati dell’azienda, le garanzie e le tutele dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori di cui alla legge n. 300 del 1970.
– Non eliminare o diminuire le garanzie e le tutele attualmente previste dagli articoli 4, 13 e 18 dello Statuto dei lavoratori;
– Riaffermare la centralità della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori e il loro ruolo fondamentale in tutti i campi della vita economica, sociale, politica e culturale;
– Prevedere accanto all’introduzione di un contratto a tempo indeterminato a tutele progressive l’abrogazione delle tipologie contrattuali precarie maggiormente abusate in danno dei lavoratori;
– Procedere a un riforma del welfare e degli ammortizzatori sociali che garantisca i diritti fondamentali (maternità, malattia, ferie etc) e preveda l’erogazione di un reddito minimo a tutti coloro che oggi si trovano in una condizione di precarietà lavorativa.






