Il nostro sogno da ragazzi era lavorare per la compagnia con i colori bianco, rosso e verde
Vi invio questo breve messaggio per raccontare gli umori del settore aeronautico da parte di un ex Fiumicinese oramai trapiantato a Milano.
Negli anni 70/80 il sogno di tutti noi ragazzi del litorale era quello di lavorare per la compagnia con i colori bianco, rosso e verde sul timone di coda. Avevamo lo zaino e i motorini pieni di adesivi con la “A” di Alitalia. Da ragazzi giocavamo nelle squadre di pallanuoto e di pallavolo del dopo lavoro Alitalia con le maglie e le calottine con il simbolo “A” in evidenza.
Poi cresci studi e apri gli occhi e nel 1989 ti rifiuti di andarci a lavorare. Questo è successo a me, che già da allora avevo capito che qualcosa non funzionava. Vedere i miei compagni di corso che assunti dall’Alitalia, vivevano l’azienda come fosse il servizio militare, marcando visita, mi ha fatto molto riflettere.
Le risorse interne per motivi politici e sindacali non sono mai state valorizzate, la miopia e l’ingordigia di alcuni dirigenti hanno poi distrutto il know how del settore manutentivo. Infine non ultimo la sudditanza dell’ente di Aviazione civile ha fatto in modo che nessuna alternativa italiana si potesse sviluppare ed ha favorito l’invasione barbarica di compagnie straniere che applicano regole e sono sottoposte a controlli amministrativi meno restrittivi.
Ancora oggi quando sopra la mia casa di Fiumicino sento il rumore dei motori, alzo lo sguardo e cerco il mio sogno da ragazzo, la famosa “A” tricolore. Purtroppo quel sogno è svanito e sostituito da loghi sugli impennaggi di coda di società che portano i nostri soldi all’estero e distruggono il futuro dei nostri figli.
Lettera inviata da: Marco Insogna, Direttore Tecnico di una piccola compagnia aerea di Milano, con il cuore trapiantato a Fiumicino
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