
L’episodio ha coinvolto due giovani promesse. I genitori sporgono denuncia
Abbiamo ricevuto e pubblichiamo l’articolo della giornalista Valeria Costantini, preso dal Corriere.it dell’edizione del 6 agosto 2015, dove si parla di un episodio inquietante al vaglio della magistratura di Venezia.
“Chiusi in una stanza di albergo, immobilizzati e picchiati. L’episodio ha coinvolto due ragazzi di tredici anni di Fiumicino, giovani promesse del rugby. I fatti, denunciati ai carabinieri dai genitori, risalgono a un paio di mesi fa.
L’irruzione e i ceffoni … Una trasferta come tante a Iesolo, vicino Venezia, per una serie di sfide. La sera del 9 maggio però si è trasformata in un incubo per i ragazzi quando, alle 23.30, tre allenatori hanno prima bussato alla porta della loro camera, poi hanno fatto irruzione. Il racconto di quei minuti, ora al vaglio dei magistrati, è nelle denunce. Uno dei ragazzi, Stefano (nome di fantasia), spaventato, si nasconde subito sotto le coperte. Viene raggiunto da un ceffone e un avvertimento: “stai zitto sennò ce ne stanno pure per te”. Poi la “spedizione punitiva” contro il giovane che chiameremo Marco, corso a cercare rifugio sotto i letti. “I tre entravano e spostavano il letto e l’allenatore Bobo (soprannome di uno degli accompagnatori, nda) iniziava a dargli calci con la punta della scarpa intimandogli di uscire da sotto il letto”, si legge nella denuncia dei genitori.
Il racconto della madre … Tirato fuori e messo sul letto poi “Bobo diceva a mio figlio ‘mò ti do una cinquina che ti tolgo cinque strati de pelle’…mio figlio con le mani tentava di ripararsi dai colpi che Bobo gli dava, gli altri due, Cricio e Bistecca (soprannomi dei due adulti, ndr) gli bloccavano le mani consentendo a Bobo di dare a mio figlio schiaffi e pugni su gambe, addome, braccia, glutei”. “Il mio amico piangeva dal dolore e intanto una signora riprendeva la scena col cellulare e bloccava la porta”, ha descritto Stefano il pestaggio. Per Marco, ecchimosi multiple su tutto il corpo e una prognosi, dopo la visita in pronto soccorso, di cinque giorni. “Ho trovato mio figlio seduto sul letto con aria sperduta”, ha raccontato la mamma che poi ha ricostruito i fatti. Ascoltato il racconto dei ragazzi, spaventati e confusi, è scattata la denuncia. I carabinieri, aperto il fascicolo, lo hanno inviato alla Procura di Venezia, competente per territorialità. “I genitori vogliono solo che tutto sia chiarito quanto prima – spiega l’avvocato dei ragazzi – Un episodio che mal si concilia con lo spirito del rugby, uno sport che i ragazzi amavano profondamente ma che hanno lasciato per paura”. “Non è successo nulla di così grave, si è trattato di un equivoco, una goliardata, siamo fiduciosi nella magistratura – spiega il consigliere della società di rugby – Ci eravamo già chiariti con le famiglie. Gli allenatori passavano nelle stanze per controllare i ragazzi, forse sarà scappato un pizzone sul sedere ma nulla di più, infatti hanno giocato tranquillamente il giorno dopo”.
di Valeria Costantini / Roma.corriere