
Quattro giornate programmate dall’associazione LaboraStoria per sottrarre l’area al degrado
di Dario Nottola
“Riportare alla luce le terme di Matidia”, nella zona di Isola Sacra, resti archeologici da tempo avvolti nel degrado e dalla vegetazione. È questo l’obiettivo della mobilitazione lanciata dall’associazione LaboraStoria, già da anni impegnata attivamente sul territorio nella valorizzazione del patrimonio culturale di Fiumicino.
Quattro giornate, sotto forma di flash-mob, programmate nel 2019, la prima a gennaio, per sottrarre l’area al degrado in cui versa e restituire alla cittadinanza un sito dal forte valore archeologico e storico. Matidia, nipote dell’imperatore Traiano e suocera di Adriano, dalla quale le terme prendono il nome per la vicinanza all’omonimo ponte, morì il 23 dicembre 119.
“Tra un anno esatto, quando ricorrerà l’anniversario della sua morte – afferma LaboraStoria – vorremmo poter di nuovo ammirare questo patrimonio del II secolo. Perciò abbiamo intenzione di adoperarci per bonificare l’area, falci e tagliaerba alla mano, insieme a cittadini, istituzioni e associazioni”.
I rinvenimenti archeologici, grazie agli scavi negli anni 70, hanno riportato alla luce gran parte dei tesori archeologici dell’Isola Sacra. Dati epigrafici attribuiscono l’edificazione a Matidia (68-119 d.C.) nipote di Traiano e suocera di Adriano. Tra le edificazioni ritrovate emerge proprio il complesso termale, detto di Matidia, che si trova nella zona di via Redipuglia.
Tra il 1972 e il 1979, a nord-ovest della Basilica di S. Ippolito, sono stati compiuti degli scavi, in seguito ad uno sbancamento della golena d’argine eseguiti dal Genio Civile. I saggi permisero di individuare tra l’altro i resti di un ponte tra le due sponde della fossa e definire il tracciato della strada per Ostia.






