
Con “La Bottega del Tempo”, un viaggio nella memoria per riscoprire le radici di Fiumicino negli anni del boom economico
Il terzo appuntamento del ciclo di incontri culturali “La Bottega del Tempo”, promosso dalla Fondazione Anna Maria Catalano presso Officina Alimentare a Fiumicino, ha avuto come tema “Fiumicino e il boom economico: dalla campagna alla città diffusa”. Anche questa volta non è mancata la partecipazione di numerosi cittadini, desiderosi di ascoltare, dialogare e condividere testimonianze di vita legate alla trasformazione del territorio.
Il dibattito si è concentrato sulla mancanza, negli anni del boom economico, di un piano regolatore urbano che accompagnasse la rapida crescita del paese. L’insediamento dell’aeroporto internazionale, infatti, generò un forte sviluppo urbanistico spesso privo di regole, dando origine a un diffuso “abusivismo di necessità”. L’espansione demografica fu impressionante: dai poco più di 10.000 abitanti del 1951 si passò a oltre 40.000 già alla fine degli anni Settanta.
Particolarmente apprezzato è stato il gesto di Luciano F., che ha donato alla Fondazione e alla comunità una pianta topografica di Porto post bonifica, preziosa testimonianza storica della trasformazione del territorio.
Durante l’incontro si è ricordato come, accanto all’industria aeroportuale, rimanessero attivi e vitali due settori storici: la pesca e l’agricoltura. Il porto-canale ospitava una delle flotte pescherecce più importanti del Tirreno centrale, e il pesce di Fiumicino riforniva i mercati di Roma e del Lazio. Anche le zone rurali offrirono spunti di riflessione: grandi aziende come Maccarese e Torre in Pietra continuarono a caratterizzare il paesaggio e a sostenere l’economia locale.
In quegli anni prese avvio un graduale processo di meccanizzazione agricola, con l’introduzione di nuove tecniche e macchinari. Le coltivazioni, ancora prevalentemente estensive e stagionali, lasciavano intravedere i primi segnali della transizione verso un’agricoltura più organizzata e cooperativa, sostenuta dalle politiche statali a favore del settore primario. L’allevamento, le colture cerealicole e foraggere e le prime sperimentazioni orticole contribuirono a mantenere vivo l’equilibrio tra innovazione e tradizione.
Non sono mancati i ricordi legati alla linea ferroviaria Roma–Fiumicino, soppressa per decisione dell’allora amministratore delle Ferrovie, Lorenzo Necci. Attiva fin dalla fine dell’Ottocento, la linea aveva avuto un ruolo fondamentale durante gli anni del boom economico, collegando direttamente la cittadina alla Capitale e servendo pendolari, lavoratori del porto e, successivamente, dell’aeroporto. Il capolinea di Fiumicino città, situato nei pressi del centro, era un punto vitale per la mobilità quotidiana e per l’integrazione con il sistema urbano romano. Anche se il servizio venne interrotto nei primi anni Duemila, la ferrovia rimane nella memoria collettiva come uno strumento essenziale di crescita e connessione. Tutto ciò avveniva quando Fiumicino era ancora sotto la giurisdizione del Comune di Roma.
Le esigenze di scuole, trasporti, servizi, urbanizzazione e rappresentanza istituzionale divennero sempre più urgenti, fino a dar vita a un movimento che, nato proprio in quel periodo di fermento, avrebbe portato alla nascita del Comune di Fiumicino: l’autonomia fu sancita nel 1992 ed effettiva dal 1993.
Con questo nuovo appuntamento, “La Bottega del Tempo” si conferma un vero e proprio laboratorio di idee e di confronto, dove la riscoperta del passato diventa occasione per riflettere sul presente. La Fondazione Anna Maria Catalano continua così a promuovere una visione della cultura come bene condiviso, capace di unire le generazioni e valorizzare le radici di Fiumicino.






