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All’ombra dell’ultimo sole: Fabrizio De André rivive al Museo del Saxofono

A 35 anni da Le Nuvole, un concerto tributo tra poesia civile, jazz e canzone d’autore con la Antonio Urso Band

 

di Dario Nottola

 

 

Dopo Pino Daniele ed Amy Winehouse il Museo del Saxofono di Fiumicino omaggia un altro grande della musica. Domenica 21 dicembre, alle ore 18:00, la musica torna ad accendersi con “All’ombra dell’ultimo sole”, un concerto tributo a Fabrizio De André, a trentacinque anni dalla pubblicazione di “Le Nuvole”, uno dei suoi album più iconici e stratificati. A interpretare questo tributo sarà la Antonio Urso Band, formazione guidata da Antonio Urso, alla chitarra e voce, e Andrea Fasano al pianoforte, tastiere e fisarmonica. Ospite speciale della serata sarà il Direttore del Museo, Attilio Berni, ai saxofoni, per aggiungere una connotazione jazzistica e originale a un repertorio già di per sé ricco di suggestioni e significati.

 

Pubblicato nel 1990, Le Nuvole è un viaggio nella società italiana di fine secolo, un mosaico in cui Fabrizio De André compone in versi e musica la propria visione del mondo, attraversando dialetti, tradizioni popolari, riferimenti colti, ironia e indignazione civile. Otto brani, ognuno con un’identità forte e irriducibile, che si muovono tra folk e rock, tra suoni acustici e impasti sperimentali, tra ballate e invenzioni teatrali. In questo album De André torna ad assumere lo sguardo del cantastorie, ma con una consapevolezza nuova: non basta più raccontare il mondo, bisogna denunciarlo, interrogarlo, decostruirlo.

 

La Band ripercorrerà le tappe fondamentali di questo percorso, interpretando le canzoni di Nuvole – da Don Raffaè a La domenica delle salme, da Ottocento a Mégu megún – ma affiancando a questi brani anche alcune delle canzoni più amate del repertorio di De André, in un dialogo continuo tra il suo lascito poetico e il presente. Le versioni proposte non saranno semplici cover, ma riletture sentite e rispettose, capaci di restituire la forza evocativa dei testi, la densità dei temi trattati e la straordinaria musicalità delle composizioni.

 

Ricordare Le Nuvole oggi, a distanza di 35 anni, significa anche riconoscere quanto quell’opera – inizialmente accolta con perplessità dalla critica – sia diventata nel tempo un punto di riferimento imprescindibile per la canzone d’autore italiana. La pluralità linguistica dell’album (con testi in genovese, napoletano, gallurese), la sua lucida disillusione, la capacità di fondere l’analisi sociale alla forma poetica fanno di Le Nuvole un’opera ancora sorprendente, che continua a parlare con forza a ogni nuova generazione di ascoltatori.

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