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Dall’emergenza alla precarietà permanente

La battaglia di Unione Inquilini Fiumicino per un cittadino intrappolato nelle maglie dell’assistenza abitativa

 

di Fernanda De Nitto

 

L’Unione Inquilini Fiumicino, per voce della rappresentante Emanuela Isopo, scende in campo al fianco di un cittadino del territorio intrappolato da anni in un percorso amministrativo opaco, frammentato e inefficace. Una vicenda che, partendo dall’emergenza abitativa, finisce per interrogare il funzionamento del Pronto Intervento Sociale, l’uso delle risorse pubbliche e, soprattutto, il rispetto della dignità delle persone più fragili. Una storia che non è solo individuale, ma che racconta il fallimento di un sistema. Un caso emblematico che mette in luce tutte le contraddizioni e le falle delle politiche abitative locali. Per fare chiarezza sulla vicenda ne parliamo con Emanuela Isopo, alla quale abbiamo posto alcune domande.

 

Quale è l’excursus storico e burocratico dell’assistito seguito dal Sindacato per il diritto alla casa?

 

“Il protagonista della triste e complessa vicenda è vittima, da circa cinque anni, di una gestione amministrativa, a livello sociale, piuttosto inadeguata, priva di trasparenza e incapace di gestire percorsi concreti riguardo l’emergenza abitativa. La storia dell’assistito risale al 2020, quando il Pronto Intervento Sociale è intervenuto a seguito della segnalazione dei servizi sociali, dopo anche la nostra denuncia riguardante la precarietà dei luoghi dove quest’uomo era costretto a vivere. Stiamo parlando di alcuni container installati, successivamente a diverse situazioni abitative di emergenza, situati, al tempo, tra Maccarese e Fregene. I locali, dove vivevano anche altri nuclei familiari, erano incompatibili con la dignità umana e con qualunque prospettiva di stabilità. A seguito di questo l’assistito è stato trasferito, dopo la presa in carico del Comune, dapprima presso un bed and breakfast e poi presso un’abitazione privata di 25 mq situata a Fiumicino”.

 

A seguito della sistemazione, che a detta dei fatti, doveva essere provvisoria, quali altre vicissitudini hanno riguardato questa persona?

 

“La sistemazione presso un’abitazione privata, indicata dalla cooperativa responsabile del Pis, è stata gestita senza un reale atto formale tra le parti; documentazioni che il nostro sindacato ha più volte sollecitato all’Amministrazione Comunale mediante ufficiale richiesta di accesso agli atti, ma che ad oggi non risultato registrati, se non nell’ultimo anno mediante una scrittura provvisoria. Ogni mese l’immobile, di 25 mq, messo a disposizione dell’assistito, ha avuto un costo per le casse comunali di 700 euro alle quali vanno ovviamente sommate le utenze. Come sindacato abbiamo tentato più volte di far comprendere ai servizi sociali che la soluzione più idonea per questa persona era la sistemazione presso un alloggio di edilizia residenziale pubblica di metratura proporzionata ad un unico utente. Ma sembra, anche in questo caso, che nella graduatoria Ater l’utente non sia stato nemmeno inserito. Ad oggi l’unica soluzione proposta all’assistito è stato il trasferimento presso il ‘Fontanile di Mezzaluna’ struttura destinata all’accoglienza di rifugiati politici e non utilizzata per le emergenze abitative e lesiva, soprattutto, della dignità dell’interessato”.

 

Quindi che futuro si prospetta per quest’uomo?

 

“Praticamente, dopo anni di spesa pubblica pari a circa 50 mila euro e presa in carico del Pis, dalla prossima settimana l’assistito rischia di essere nuovamente sfrattato nel periodo più complesso dell’emergenza freddo, dove sulla base di normative europee sono assolutamente vietati gli sfratti. La vicenda testimonia il totale fallimento delle politiche abitative sul territorio dimostrato da lacune e criticità storiche e perpetrate. La storia di quest’uomo, come quella di tantissimi altri utenti che vivono in assistenza alloggiativa, è il risultato di un sistema che non funziona dove, al di la del danno erariale e della concreta mancanza di trasparenza, gli errori o le cattive gestioni ricadono sempre e solo sugli utenti finali. Noi non abbandoneremo questa persona al suo destino continuando le nostre battaglie a tutela di tutti gli inquilini”.

 

 

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