La prima mozione, invece, chiede la revoca dell’onorificenza rilasciata dal nostro paese al Maresciallo Tito
“In occasione della Giornata del Ricordo dei martiri delle Foibe e dell’esodo della popolazione istriano dalmata abbiamo voluto presentare due mozioni in Consiglio Comunale.” Lo dichiara in una nota la Lega Fiumicino.
“La prima, che riprende una campagna portata avanti in diversi Comuni italiani, ricalca una proposta di Legge presentata in Parlamento su iniziativa della Lega con la quale si chiede la revoca dell’onorificenza rilasciata dal nostro paese al Maresciallo Tito. Il boia che ha ordinato la sistematica eliminazione per motivi etnici di nostri connazionali non può fregiarsi del massimo riconoscimento della Repubblica e, secondo noi, anche la nostra amministrazione comunale deve prendere una netta posizione di condanna dei crimini commessi, a guerra finita, dai partigiani sul confine orientale.”
“L’altra mozione – prosegue la nota – considerato che il Comune di Fiumicino è uno dei pochissimi che ancora non ha dedicato un luogo pubblico per onorare e ricordare questa immane tragedia, mira ad intitolare il molo di Levante a Norma Cossetto e ai Martiri delle Foibe. Abbiamo scelto un luogo riconducibile al mare e al faro del porto per voler indicare, idealmente, agli esuli cacciati dalle loro case, la via verso un approdo sicuro e accogliente in un paese che è e rimarrà per sempre la loro patria.”
“Potremmo essere “accusati” di occuparci di temi poco attinenti e marginali rispetto ai tempi di crisi estrema in cui siamo costretti a vivere, dove le energie dovrebbero essere concentrate per trovare soluzioni a problemi sicuramente più pressanti. Queste obiezioni hanno sicuramente un fondamento legittimo, ma ci permettiamo di ricordare che la Lega ed i sottoscritti lavorano senza sosta, nei limiti delle proprie competenze e possibilità amministrative, per tamponare le emergenze che il sistema produttivo, le famiglie, i giovani incontrano giornalmente.”
“Tuttavia – conclude la nota firmata Lega Fiumicino -pur ritenendo le contingenti criticità dovute all’emergenza sanitaria prioritarie rispetto ad altro, non vogliamo esimerci da quello che riteniamo un dovere etico ovvero quello di guidare, per quanto ci è possibile, il nostro paese verso un percorso di pacificazione nazionale che risulta essere ancora impossibile per il perdurare di sacche di negazionismo su alcune tragedie del ‘900. L’aspetto culturale non può e non deve essere abbandonato nelle mani di chi ha nel proprio DNA il germe della divisione nazionale.”
